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La degustazione

Il fascino “rude” del Nebbiolo: a Roma “Taste Alto Piemonte”

21 Febbraio 2019
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(Andrea Petrini con due produttori)

di Marco Sciarrini, Roma

Dopo il grande successo della prima edizione di taste Alto Piemonte Rome Edition, si rinnova l'appuntamento con i produttori di quest'area piemontese, una zona vitivinicola in forte rinascita che affonda le radici nell’antichità. 

All’interno delle sale del Raddison Blu Hotel di Roma, i produttori vinicoli delle quattro province di Biella, Vercelli, Novara e Verbano-Cusio-Ossola hanno presentato i loro vini, attraverso banchi di assaggio e seminari tematici. Operatori e appassionati hanno potuto scoprire le eccellenze vinicole dell’Alto Piemonte approfondendo, grazie al contatto diretto con produttori ed esperti, la conoscenza delle dieci denominazioni, l'evento è stato organizzato dal Consorzio Tutela Nebbioli dell'Alto Piemonte in collaborazione con Riserva Grande e Percorsi di Vino. Il Consorzio Tutela Nebbioli Alto Piemonte nasce nel 1999 e valorizza le due Docg ( Gattinara e Ghemme) e le otto Doc (Boca, Bramaterra, Colline Novaresi, Coste della Sesia, Fara, Lessona, Sizzano, Valli Ossolane). Ai banchi di assaggio si sono degustati oltre 150 vini presentati dalle 21 aziende presenti.

Molte le notazioni poetiche ai vini di questa terra, forse Cesare Pavese di nascita dell’entroterra langarolo, riesce a descrivere meglio degli altri nel suo “La luna e i falò”, il territorio di cui stiamo parlando, zone rudi, rustiche, differenti dalle più nobili Langhe. Nell’Alto Piemonte il paesaggio è più aspro, roccioso, i vini necessitano di un lungo affinamento ed il vitigno nobile, il nebbiolo viene accompagnato alla Vespolina per arrotondarlo. Sono vini che se bevuti al momento giusto non sono da scoprire ma da riscoprire. L’altro aneddoto poetico è legato a Fogazzaro nel suo” Piccolo mondo antico”. Il Ghemme era il vino del banchetto di gala delle corti milanesi, mentre Mario Soldati in uno dei suoi brevi racconti dedicati ai luoghi del Piemonte a lui cari evocava: “Un sorso di Gattinara, purchè vero, si intende, non chiedo di più”. C’è anche un aneddoto legato anche alla storia dell’unità d’Italia. Il Lessona è anche detto “vino d'Italia” perché fu scelto dall'allora Ministro delle finanze, Quintino Sella, al posto dello champagne per brindare all'unità d'Italia, dopo la presa di Roma nel 1870. Per quel che riguarda le esportazioni dall’Italia all’America già dalla metà dell’800 le bottiglie venivano etichettate e spedite per i vini come il Lessona, il Gattinara, e il Boca. La vite  in questo  territorio ha radici molto antiche ancor prima della colonizzazione romana, e come dicevamo all’inizio con un territorio ostico, duro, roccioso, e le viti piantate sulla roccia. L’influenza dell’esplosione, 280 milioni di anni fa, del super vulcano della Valsesia, profondo 30 chilometri, esplosione che gli scienziati hanno valutato come 250 bombe atomiche che causò la fuoriuscita di 30 chilometri di magma basico. Quindi rocce rosse, sulle quali sono piantate le denominazioni, che gli hanno conferito un territorio unico. Non da meno è l’influenza della vicinanza del Monte Rosa che per il territorio è molto importante, in quanto crea un micro terroir, funge da barriera ai venti del nord e consente una escursione termica necessaria per la qualità del prodotto. Dei 42.000 ettari vitati alla fine dell’ottocento erano diventati meno di settecento ottant’anni dopo è come se in proporzione l’Italia, isole comprese, venisse ridotta all’attuale estensione della provincia dell’Aquila, il tutto per effetto dell’abbandono da parte del contado delle terre a favore degli impieghi nelle industrie delle grandi città. Il vitigno da queste parti viene chiamato “Spanna” e, a differenza delle Langhe, viene vinificato in un uvaggio nel quale la Vespolina e l’Uva Rara (Bonarda Novarese) possono concorrere, da sole o congiuntamente fino ad un massimo del 15%.


(Marco Cum)

Queste le aziende presenti alla manifestazione:

  • ANTONIO VALLANA E FIGLIO, NOVARA 
  • ANTONIOLO, VERCELLI 
  • BARBAGLIA, NOVARA 
  • BRIGATTI FRANCESCO, NOVARA
  • CA' NOVA, NOVARA
  • CANTINA COMERO, NOVARA
  • CANTINE GARRONE, OSSOLA 
  • CARLONE DAVIDE – NOVARA
  • CASCINA MONTALBANO, NOVARA
  • CASTALDI FRANCESCA, NOVARA
  • CENTOVIGNE, BIELLA 
  • COLOMBERA & GARELLA, BIELLA
  • CANTINA DELSIGNORE, VERCELLI
  • ENRICO CROLA, NOVARA
  • IOPPA, NOVARA
  • LA CAPUCCINA, NOVARA
  • LE PIANELLE, BIELLA 
  • MAZZONI TIZIANO, NOVARA
  • PIETRAFORATA, NOVARA
  • PLATINETTI GUIDO, NOVARA
  • PODERE AI VALLONI, NOVARA
  • ROCCIA ROSSA, BIELLA
  • TORRACCIA DEL PIANTAVIGNA, NOVARA 
  • VAMPARI STEFANO, BIELLA
  • VIGNETI VALLE RONCATI, NOVARA

Due i seminari che si sono tenuti, il primo: Le morene, i vini plasmati dal ghiaccio e le terre emerse. (Ghemme, Fara, Sizzano, Colline Novaresi, Valli Ossolane). A cura di Marco Cum, nel quale si sono degustati i seguenti vini: 

  • GHEMME DOCG 2015. Vigna Ronco al Maso. PLATINETTI
  • GHEMME DOCG 2012. PIETRAFORATA
  • GHEMME DOCG 2015 Dei Mazzoni. MAZZONI TIZIANO
  • SIZZANO Riserva DOC 2013. San Bartolomeo. VIGNETI VALLE RONCATI
  • COLLINE NOVARESI DOC NEBBIOLO 2015. Opera 32. LA CAPUCCINA
  • COLLINE NOVARESI DOC NEBBIOLO 2015. Motfrei. BRIGATTI FRANCESCO
  • FARA DOC 2015. Barton. BONIPERTI GILBERTO
  • GHEMME Riserva DOCG 2009. CA’ NOVA
  • GHEMME DOCG 2013. Santa Fè. IOPPA
  • FARA DOC 2013. CASTALDI FRANCESCA
  • VALLI OSSOLANE SUP DOC NEBBIOLO. Prunent. CANTINE GARRONE
  • SIZZANO DOC 2015. CANTINA COMERO
  • COLLINE NOVARESI DOC NEBBIOLO 2009. Giulia. ENRICO CROLA

Il secondo seminario: I figli del fuoco, e sabbie plioceniche, e le rocce vulcaniche. (Gattinara, Boca, Bramaterra, Lessona, Coste della Sesia). A cura di Andrea Petrini nel quale si sono degustati i seguenti vini:

  • GATTINARA DOCG 2013. San Francesco ANTONIOLO
  • BOCA DOC 2011. Vigna Cristiana. PODERE AI VALLONI
  • GATTINARA DOCG 2012. Cesare  ANZIVINO
  • BOCA DOC 2013. BARBAGLIA 
  • COSTE DELLA SESIA DOC NEBBIOLO 2012. Castellengo. CENTOVIGNE
  • BRAMATERRA RISERVA DOC 2012. ROCCIA ROSSA
  • GATTINARA DOCG 2015. Il putto vendemmiatore. DELSIGNORE
  • BOCA DOC 2015. VALLANA
  • LESSONA 2015. COLOMBERA E GARELLA

“Da anni stavamo valutando la realizzazione a Roma di un evento dedicato al nostro territorio – dichiara Lorella Zoppis presidente del Consorzio Tutela Nebbioli Alto Piemonte – Abbiamo creduto che fosse arrivato il momento per portare un'anteprima di “Taste Alto Piemonte” anche nella capitale. Abbiamo, quindi, accantonato il riserbo atavico Alto Piemontese ed accolto l'ennesima chiamata e sollecitazione di Andrea e Marco. L’evento è stato positivo, ed abbiamo avuto riscontro da parte del pubblico sulla qualità dei nostri prodotti. La produzione vinicola dell’Alto Piemonte ha raggiunto oggi livelli qualitativi d’eccellenza e noi produttori abbiamo acquisito maggior consapevolezza in relazione all'interesse che le nostre denominazioni suscitano, sia presso i consumatori, sia presso gli operatori. Potremmo dire che, allo stato attuale, il nostro non è solo più un grande potenziale testimoniato, ma è il frutto riconosciuto di un lavoro concreto, tutelante ed entusiasta, supportato dal grande credo territoriale che ci accomuna. L’attività del Consorzio, nonostante le idee e le iniziative, risente delle dimensioni contenute delle proprie risorse, nonostante questo ci si è attivati per organizzare dal prossimo 30 marzo al 1 aprile  al Castello di Novara il Taste Alto Piemonte, abbiamo delle iniziative come dei press tour per i giornalisti nord europei, parteciperemo a due manifestazioni a Berlino  e Bruxelles, e saremo al Vinitaly con uno stand del Consorzio, dove ospiteremo 24 aziende ed avremo anche un punto mescita. Registriamo in ogni caso un grande ritorno alla terra da parte dei giovani e di pari passo sta crescendo, anche se in modo moderato, la nostra superfice vitata”.