Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
La degustazione

Il friulano secondo Zorzettig: “Due anni di affinamento che fanno la differenza”

30 Novembre 2022
Annalisa Zorzettig Annalisa Zorzettig

di Marco Sciarrini

Interessante verticale dell’Azienda Agricola Zorzettig indietro nel tempo con il suo Friulano della linea Myò.

La degustazione ha visto la partecipazione della titolare dell’azienda Annalisa Zorzettig coadiuvata dall’agronomo Antonio Noacco, presso l’Hotel terme di Merano. La verticale ci ha consentito di capire come dal 2012 ad oggi questo vino sia riuscito a conservarsi, dimostrando una grande propensione alla longevità, e nota importante, visto che in non tutte le degustazioni alle quali partecipiamo avviene, sono state presentate annate difficili da un punto di vista dell’andamento climatico, a dimostrazione che ogni singola annata è unica. Questo ha donato all’incontro anche un risvolto didattico di come nonostante le avversità si è riusciti a fare un buon prodotto. L’azienda nasce oltre un secolo fa, e che da settant’anni imbottiglia il suo vino, ma la storia moderna vede il 1986 l’anno nel quale il papà di Annalisa, il cavalier Giuseppe Zorzettig, pilastro del mondo della viticoltura dei Colli Orientali e del Friuli (recentemente scomparso), inizia il nuovo percorso, continuato da una decina di anni a questa parte da Annalisa. Attualmente l’Azienda si è tinta ancor più di rosa con l’ingresso della figlia Veronica ed il sostegno, in prospettiva, della nipotina Leonie che è stata già coinvolta avendo avuto intitolata un’etichetta. La cantina ha base a Spessa di Cividale nel cuore dei Colli Orientali del Friuli, con 110 ettari vitati e divisa in 4 zone: Spessa unico corpo di 35 ettari tutta intorno all’antica cantina da invecchiamento, datata 1780, riportata a pietra come in origine e la casa padronale con il tipico Fogolar; Ipplis su cui sorge il Relais La Collina l’agriturismo della famiglia; Colli Novacuzzo, i vigneti sono situati nel comune di Prepotto bagnato dal fiume Judrio; Tenuta Casali Pasch, il cascinale dalle storiche origini che ospita un’antica cantina.

(Un momento della masterclass)

I punti di forza dell’Azienda Zorzettig sono i terreni ricchi di sostanze organiche dovuti alla ponca, marna e arenaria stratificate che hanno l’effetto di una spugna si riempiono di acqua durante le piogge e la rilasciano in momenti di siccità, e alla accurata gestione del suolo e del suo naturale equilibrio. La linea Myò è il frutto di un nuovo approccio enologico che prevede due anni di affinamento. “La volontà di prolungare l’affinamento prima della messa in commercio delle nuove annate Myò è stata una conseguenza diretta delle scelte fatte a priori in vigneto – spiega Annalisa Zorzettig – Su alcuni appezzamenti della linea Myò abbiamo selezionato uve con un grado di maturità e complessità generale più accentuato”. Myò, una selezione a denominazione Doc Friuli Colli Orientali vinificati in purezza, nasce da vigneti tra i più vecchi e storici delle tenute Zorzettig. Il nome ha un riferimento tratto da uno scritto medioevale del XIV secolo che racconta di un giovane innamorato che raffronta la sua donna alla sua terra, entrambe amate più di ogni altra cosa, come Myò vuole essere un riferimento diretto alla terra friulana, alle sue tradizioni, alle sue consuetudini. Forte il legame con la propria terra di Annalisa Zorzettig, durante la masterclass sentirla raccontare della sua azienda con la passione di chi ama questo mestiere e l’attaccamento alle proprie radici rappresenta perfettamente la filosofia di come sono fatti i suoi vini. L’altro tema molto caro alla titolare è quello della sostenibilità, tanto da aderire al progetto regionale di difesa integrata Sqnpi, Sistema di Qualità Nazionale di produzione integrata ed anche ad un progetto, il Biodiversity Care, realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Udine, sostenuto dall’azienda al fine di realizzare interventi diretti per favorire gli equilibri naturali, ripristinando e valorizzando la biodiversità in agricoltura che permette l’instaurarsi di stabili equilibri biologici. L’etichetta viene rappresenta un Gallo, caparbio e determinato, da sempre un simbolo delle corti del Friuli Friulano, all’interno di un calice capovolto.

La verticale ha visto servire nell’ordine:

Friulano Myò 2021
Il 2021 è stato imbottigliato da poco e sarà in commercio da maggio 2023. Al naso sensazioni floreali di biancospino, tiglio, note fruttate gialle, e leggere sensazioni iodate e balsamiche, al palato buona struttura, con bella freschezza sapida con finale sapido su note floreali.

Friulano Myò 2020
Profilo olfattivo e gustativo figli dell’annata, al naso fruttato con pera mela, sensazioni agrumate, floreale con tiglio biancospino, al palato importante acidità note saline, e finale ammandorlato.

Friulano Myò 2017
Ha un colore dorato “verde”, al naso fine con intensità equilibrata tra le note floreali e fruttate come Pesca gialla, pera, fiori di sambuco ed anche sensazioni di pietra focaia, al palato acidità sostenuta sulle note sapide e accenno di pasta di mandorla.

Friulano Myò 2014
Colore giallo dorato al naso mandorla, frutta tropicale matura, agrume candito, sensazioni mielate al palato leggermente corto di freschezza, sensazioni agrumate con prolungato finale.

Friulano Myò 2012
Colore giallo dorato, al naso affascinante la sua complessità, ampio floreale con zafferano e fiori gialli, frutta bianca e gialla, sensazioni erbacee di timo rosmarino, con il roteare del calice emergono anche lontane sensazioni di idrocarburo, al palato bella struttura con ritorno elegante della miscellanea delle sensazioni olfattive, con un finale lungo e persistente.