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La degustazione

Il Teroldego, i rossi delle Dolomiti e i Piwi: i nostri assaggi a Vinifera

04 Giugno 2021
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di Marco Sciarrini

Con il ritorno alla quasi normalità tornano gli appuntamenti dal vivo ed anche quelli enoici.

In questo caso con molto piacere abbiamo partecipato forse al primo evento in presenza di questo tipo: Vinifera nella sua terza edizione effettiva, un percorso iniziato nel 2018, che ha come obiettivo un’evoluzione etica e responsabile della produzione agricola. Negli spazi esterni della Fiera di Trento ssi è tenuta la rassegna dedicata ai vini artigianali dell’arco alpino organizzata dall’associazione Centrifuga, un gruppo di giovani che hanno unito competenze, passioni ed esperienze per realizzare iniziative incentrate sul patrimonio materiale culturale rappresentato dalle produzioni agroalimentari e vitivinicole dei territori alpini. E’ stata un’occasione per dare modo al pubblico presente di conoscere da vicino le produzioni, i vini che sono frutto di un lavoro spesso svolto in situazioni estreme, vuoi per il clima che per il territorio, dando modo di incontrare ed assaporare sapori genuini.

Due giornate all’insegna della ripartenza con 70 produttori provenienti dalle regioni alpine con una location open air, nel pieno rispetto delle misure di sicurezza e distanziamento dovute all’emergenza sanitaria da Covid-19. All’interno della fiera presente anche uno spazio un’area food dedicata, con proposte gastronomiche realizzate da artigiani del cibo locali. “Il nostro intento è dare un messaggio positivo, di ottimismo e rinascita – commenta Simone Prezzi vicepresidente dell’associazione Centrifuga – La rassegna Vinifera è nata come un percorso di scoperta di territori autentici e genuini, quelli dell’arco alpino, fatti di persone che lavorano duramente e vivono dei prodotti della loro terra. Si tratta di donne e uomini che hanno una forza vitale e un ottimismo coinvolgente, una ventata di aria pura, di cui abbiamo bisogno in un momento come questo. Dopo tanti mesi di restrizioni e isolamento, ora che il clima è più mite, è giusto ricominciare a guardare al futuro e a costruire nuovi ponti, chiaramente nel rispetto di tutte le norme di sicurezza. Il nostro augurio è che Vinifera sia un momento di serena condivisione”.

“Abbiamo voglia e bisogno di incontrarci e confrontarci con i produttori, le loro storie e quelle delle loro tenaci produzioni, e di far sentire la presenza della terra – sottolinea Anna Benazzoli a nome del gruppo organizzatore – Vogliamo che Vinifera sia ancora una volta un luogo democratico, una mostra mercato amicale dove assaggiare idee genuine, incrociare sguardi autentici e affidarsi a cuori appassionati. Vinifera 2020 si è arrestata proprio sul più bello quando, dopo averla imbottigliata non rimaneva che stapparla. Per realizzare l’iniziativa 2021 abbiamo deciso di chiedere un aiuto a chi vuole mostrare la propria vicinanza alla manifestazione. Per questo abbiamo avviato una campagna di crowdfunding sulla piattaforma online “produzioni dal basso””.

(La masterclass sul Teroldego e gli altri rossi delle Dolomiti)

Anche quest’anno il premio La Picca d’Oro è stato assegnato dal pubblico di Vinifera al miglior vignaiolo presente che è risultato El Zeremia. Due le degustazioni guidate. La prima “Affinità-divergenze. Il Teroldego e gli altri rossi delle Dolomiti”, è stata una masterclass alla cieca guidata da Matteo Gallello di Porthos, un assaggio-confronto tra annate limitrofe di tre declinazioni di Teroldego (Foradori, Dannato Redondel, Grill Cobelli Aldo) e altri tre rossi dolomitici: Lagrein (Laurenc di Pranzegg), Marzemino (Eugenio Rosi) e PIWI (Regent, Lato Oscuro Grawü). La degustazione ha portato in risalto i vari aspetti territoriali e di vinificazione tra le varie etichette, tra le quali noi abbiamo preferito quella del Teroldego 2019 di Foradori.

(La masterclass Piwi)

L’altra è stata “Escursione in quota Piwi: le declinazioni alpine dei vitigni resistenti”. In collaborazione con Alessandro Sala (Piwi Lombardia). Interessante la degustazione che ha fatto capire ai presenti i vari aspetti delle varietà Piwi. Le nuove sensazioni alle quali per effetto dei cambiamenti climatici, ed anche per rispetto della natura dovremo abituarci. Le aziende presenti sono state Johanniter Metodo Classico Millesimato 2017- El Zeremia (Trentino), Tre Sauvigner Gris 2019 – Filanda De Baron (Trentino), HeH 2020- Nove Lune (Lombardia), Aromatta 2019 – Villa Persani (Trentino), Nero Silvo 2017- Villa Persani (Trentino).

Ai Banchi di assaggio abbiamo apprezzato tra gli altri l’Azienda Villa Persani. Con i suoi due vini da vitigno Piwi, Aromatta vino bianco e il suo sorprendente Silvo spumante brut nature, di grande impatto anche Il Perfomance, Pinot Grigio delle Dolomiti 2018. Grazie anche alla sua grande passione è stato mantenuto un vigneto storico come la Nosiola con la sua etichetta Nosiola Raetica 2019 Vigneti delle Dolomiti. La cantina San Lurins con la sua Malvasia Venezia Giulia 2018 Igt vino frizzante biologico, e la Cantina Brunnenhof- Mazzon con i suoi vini Eva Igt 2019, da uve Manzoni Bianco, Gewürztraminer doc 2020, Chardonnay doc 2019, Pinot Nero Riserva Mazzon 2018, ed il cru Vigna Zis 2016.