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La degustazione

La degustazione al Teatro del Vino, i nostri migliori assaggi

25 Febbraio 2016
Villa_Castelletti Villa_Castelletti


(Villa Castelletti)

di Federico Latteri

Due giorni intensi e vissuti tra decine e decine di assaggi. Ormai è una consuetudine per i titolari del Teatro del Vino invitare i produttori italiani e stranieri e mostrare loro i vini presenti e magari iniziare qualche nuova collaborazione. C'eravamo anche noi e vi raccontiamo, in due puntate, quali sono i vini che abbiamo apprezzato di più.

Anche quest’anno Mario Galleni e Leonardo Stelloni, i titolari di Teatro del Vino, hanno tenuto un incontro con i produttori per degustare i vini ed intensificare l’interscambio con i collaboratori dell’azienda e gli addetti ai lavori. L’evento si è tenuto a Villa Castelletti, splendida location nelle campagne di Signa in provincia di Firenze. Erano presenti tantissimi produttori italiani e stranieri. Molto bella la sala degustazione con la parete di fondo interamente di vetro che offriva la visuale sul parco della villa. Prima di descrivere le nostre impressioni sui singoli vini è importante sottolineare il fatto che abbiamo riscontrato una qualità media veramente alta ed una gamma molto variegata fatta di prodotti originali e ben caratterizzati.


(Isabella Pelizzatti Perego di Arpepe)

Iniziando con le bollicine italiane, ci sono piaciute molto le diverse proposte di prosecco di Bele Casel, dalla Docg Asolo. Il Colfondo ha la simpatica particolarità della scritta “fondo” capovolta in etichetta, proprio ad indicare il fatto che la bottiglia va girata prima dell’apertura, affinchè il deposito diventi parte integrante di ciò che viene bevuto. Presenta profumi agrumati ed una grande bevibilità, è piacevole e succoso. Note floreali, frutta, freschezza e sapidità per il Docg Asolo Prosecco Superiore Extra brut. Ben fatte anche le versioni Extra Dry e Dry.

Tra i vini mossi offerti in degustazione da Podere il Saliceto, abbiamo apprezzato molto il Lambrusco di Sorbara Falistra 2015, rifermentato in bottiglia, dal colore chiaro e dalla beva incredibile ed il Lambrusco di Modena Albone 2015, un tripudio di frutta rossa.


(Emilio Vada)

Passando alle bollicine d’Oltralpe, avvincente la batteria di Champagne Diebolt-Vallois con la cuvee Tradition emblematica per tipologia, equilibri e qualità, Il Blanc de Blancs brut Prestige fresco, complesso e di grande persistenza ed i due millesimati, il Blanc de Blancs 2007 con intense note floreali, nuance erbacee e crosta di pane ed il Fleur de Passion Blanc de Blancs 2006 elegantissimo e all’inizio di una lunga vita.

Ottimi anche gli Champagne Fleury tra i quali ci sono piaciuti molto il Blanc de Noirs brut, il Rosè de Saignee con la croccantezza dei piccoli frutti rossi ed il Bolero extra brut 2005, caratterizzato da notevole ricchezza ed armonia. I riesling della Mosella di Kerpen confermano ancora una volta la loro grande qualità, sia nelle versioni più semplici che in quelle di punta. Graacher Himmelreich Spatlese 2007 e Graacher Domprobst GG 2013 sono i vini che più abbiamo apprezzato, sicuramente destinati a durare negli anni. Sorprendente il riesling Erdener Treppchen Auslese 1992 di Schwaab-Kiebel, produttore del quale vengono importate solo alcune veccchie annate. Presenta note di idrocarburi, sentori agrumati e cenni di spezie dolci, seguiti da un palato fresco con la nota dolce in equilibrio con le altre componenti. Notevole la persistenza. Ha ancora tempo davanti a sé.


(Jacques e Isabelle Diebolt di Champagne Diebolt-Vallois)

Sempre buoni i bianchi della Doc Verdicchio dei Castelli di Jesi di Lucio Canestrari di Fattoria Coroncino, personaggio simpaticissimo e molto concreto che riesce a mettere in bottiglia fedeli espressioni territoriali. Dal più semplice Verdicchio Il Bacco 2014, a Il Coroncino 2014, al più importante Gaiospino 2013, si tratta sempre di vini molto ben fatti che esprimono sia il terroir che l’annata e hanno freschezza, notevole tensione gustativa e una buona capacità di evolvere nel tempo.

Emblematica la mineralità sulfurea del Docg Greco di Tufo 2014 e del cru Torrefavale 2014 di Cantine dell’Angelo. Emilio Vada, azienda di Coazzolo in provincia di Asti, ci ha proposto un ottimo Moscato d’Asti Docg 2015 con un perfetto equilibrio tra freschezza, residuo zuccherino e componente aromatica e un Dolcetto d’Alba 2014 molto tradizionale. Vini da bere in tutte le occasioni che regalano momenti di autentica piacevolezza.


(Alssandro Mori de Il Marroneto)

Sorprendenti le etichette di Pantaleone, produttore marchigiano di Ascoli Piceno: la Passerina Chicca 2014 ed il Pecorino Falerio Doc Onirocep 2014. Il primo è un bianco che presenta sentori agrumati, ricordi di erbe aromatiche, buon corpo e grande beva. Eccezionale il prezzo, tenendo conto della qualità del vino. L’Onirocep è freschissimo, di buona complessità con una scia sapida in chiusura.

Spostandoci nel Carso Sloveno, degustiamo una grande bottiglia, la Vitovska 2013 di Marko Fon. Colore luminoso, naso complesso e fine con fiori, fieno, erbe mediterranee, una componente balsamica ed una nota calcarea, seguito da un palato verticale, dotato di notevole energia con una grande freschezza, un ricco profilo aromatico ed un finale salino. Destinato ad una grande evoluzione.


(Lorenzo Mocchiutti e Federica Magrini di Vignai del Duline)

Tenuta San Francesco, azienda di Tramonti sulla Costiera Amalfitana, produce sia bianchi che rossi di ottimo livello. Il Costa d’Amalfi Tramonti bianco 2015 colpisce per la buona acidità e le note agrumate. Perfetto con la cucina di mare del Sud Italia. Più complesso il Per Eva 2014 che sicuramente crescerà con il tempo. Il Costa d’Amalfi Tramonti rosso riserva Quattro Spine 2013, da Tintore, Aglianico e Piedirosso, è un vino ampio, strutturato, sapido, destinato ad un lungo invecchiamento. Profondo e intenso l’ E’ Iss 2012 da uve Tintore provenienti da piante di età compresa tra 150 e oltre 300 anni. Grande vino.
Ancora una conferma per il Sabbie di Sopra il Bosco di Nanni Copè, alias Giovanni Ascione. La versione 2014, assaggiata in anteprima, conferma la qualità di un rosso solido, elegante, territoriale ed unico che ormai è diventato un classico dell’enologia campana. (continua…)