Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
La degustazione

Le “Bolle in Vigna” di Cantine Nicosia, i nostri assaggi tra sorprese e conferme

01 Agosto 2022
Francesco Chittari, Graziano Nicosia e Daniela Scrobogna Francesco Chittari, Graziano Nicosia e Daniela Scrobogna

di Federico Latteri e Alessia Zuppelli

Giunto alla terza edizione, l’evento ideato da Cantine Nicosia “Bolle in Vigna” nasce dalla volontà di valorizzare lo Spumante Metodo Classico, dai piedi del Vulcano al resto dei territori più blasonati, promuovendo quel gioioso fermento che ruota intorno al vino simbolo di condivisione e festa per antonomasia.

La parte centrale e più importante dell’evento è stata, come di consueto, la sfida coraggiosa della storica cantina etnea del versante sud est di proporre in degustazione alla cieca i propri spumanti con altri prodotti più riconoscibili e commercialmente più affermati. La Masterclass di questa edizione dedicata ai Blanc des Blancs, condotta da Daniela Scrobogna, comunicatrice del vino e docente della Fondazione Italiana Sommelier, ha offerto non poche riflessioni, sia sul significato stesso di termini quali “bolla” e “bollicina” che su aspetti più tecnici, dalla liquer d’expedition all’affinamento sur lie e così via. A “Bolle in Vigna” la Scrobogna risponde con un altro enoico appello, quello del “Vino in Bolla”: “Dobbiamo trovare il vino nello spumante. Sono convinta che è meglio parlare di vino con bolla. Un vino sì, simbolo di festa e condivisione, ma anche – come hanno già compreso in Champagne – un vino con bolla che si possa abbinare”.

(Daniela Scrobogna)

Leitmotiv della degustazione è stato dunque ricercare il territorio dello Chardonnay, del Riesling e del Carricante, l’annata e l’affascinante metodo di produzione, nel tentativo non meno importante di sdoganare quei falsi miti in termini di analisi olfattiva come “pane sfornato, pan briosche, burro e pasticceria”, aspetti dirimenti e solitamente non del tutto rappresentativi dei vini spumanti metodo classico, ma più della tecnica. La batteria degli otto spumanti in degustazione non ha seguito, volontariamente, come indicato dalla conduttrice della Masterclass, una successione “sommelieristica”.

Di seguito i vini nell’ordine in cui sono stati proposti alla cieca con alcune note:

Alta Langa Blanc de Blancs Extra Brut 2018 – Fontanafredda
Grandi aspettative da un grande territorio emergente in ambito spumantistico per lo spumante Altalanga di Fontanafredda, che ha rivelato un bouquet delicato, fatto di fiori bianchi, profumi di mela verde e cenni agrumati. Acidità e discreta sapidità per un sorso spensierato, leggermente ammandorlato in chiusura.

Riesling Seckt Brut Traditionelle Flaschengärung 2018 – Peter Jakob Kühn
Nota citrica e fumé, dopo qualche minuto quasi dolce. Un naso che si è arricchito pian piano di spezie, crema di limone e canditi. Bollicina non particolarmente fine per un sorso che però si presenta preciso e nitido. Uno vino spumante frutto di agricoltura biodinamica, interpretazione interessante del Riesling che riesce sempre a essere riconoscibile e territoriale.

Sicilia Carricante Brut Metodo Classico Sosta Tre Santi 2019 – Cantine Nicosia
Il colore è un dorato più carico rispetto a quello dei precedenti spumanti. Agrumi, note verdi e nuance iodate aprono ad una leggerissima nota di crosta di pane, non invadente e ben integrata. La componente fumé e il sorso agile, vibrante di acidità e sapidità, identificano il prodotto, legando il vino al territorio.

Champagne “Apanage” Blanc de Blancs Brut – Pommery
Impossibile non riconoscere quella cifra stilistica, dettata fra le varie cose dal gesso, di uno degli spumanti più conosciuti al mondo. In equilibrio nota agrumata e tostatura. Un’interpretazione tradizionale dello Chardonnay per un sorso elegante e non troppo secco.

Trentodoc Perlé Brut 2016 – Ferrari
Uno Chardonnay d’alta quota che rappresenta iconicamente un territorio e la storia italiana degli spumanti. Ferrari Perlé richiama sobriamente sempre un altro sorso, ponendosi nel Pantheon di quei prodotti di cui c’è poco da stancarsi. Pienezza agrumata e lunghezza che sono una certezza per tutti i palati.

Blanc de Blancs Twenty Eighteen Traditional Method Product of England 2015 – Gusbourne
Dal colore decisamente dorato, svela opulenza al naso con netti sentori di pan brioche e crosta di pane. Al palato è potente, ricco, forse un po’ troppo. Uno spumante che sembrerebbe francamente “barocco”, ma che in realtà è solo “old style”. Potrebbe comunque risultare indicato in particolari abbinamenti.

Sicilia Carricante Brut Metodo Classico Sosta Tre Santi 2014 – Cantine Nicosia
Più complesso rispetto all’altro millesimo proposto, rivela la longevità del Carricante. All’olfatto offre sentori di limone candito, zenzero, sottili idrocarburi e una nota oscillante fra una leggerissima ossidazione e uno iodato marcato. In bocca conserva una buona freschezza grazie soprattutto alla sapidità.

Blanc de Blancs Nature 50 Lune Metodo Classico – Nicola Gatta
Fuori dal coro della Franciacorta, Nicola Gatta si è imposto in pochi anni come l’alter ego di quello stesso territorio del quale fa parte. Calcare e pienezza dettano uno stile chiaramente diverso. Certamente gastronomico e di carattere. Al naso esprime un bouquet di fiori appassiti, agrumi canditi, note burrose e di pasticceria. Sorso molto sapido che riflette per complessità il naso e la filosofia del produttore.