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La degustazione

Le uve da taglio vinificate in purezza: tante sorprese nel calice

21 Maggio 2019
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di Marco Sciarrini, Roma

Primo ed inedito appuntamento presso spazio Wegil di Roma con la manifestazione “Diamoci un taglio”, la fiera mercato dedicata ai vini ottenuti da monovitigni normalmente usati in blend, ma vinificati in purezza. 

Eventi sul vino ce ne sono tantissimi, alcuni generalisti con produttori noti, altri più di nicchia, dedicati a filosofie produttive particolari o a territori specifici, in cui la selezione delle aziende è più curata. In questo scenario gli organizzatori hanno immaginato un evento diverso, volto a valorizzare i vini ottenuti da monovitigni normalmente utilizzati come uva da taglio. Un sfida che punta all'identità e all'anima più vera di vitigni più o meno famosi del territorio italiano. “Diamoci un taglio”, assume pure un valore metaforico nel senso di cambio di rotta fino a quanto finora fatto nella promozione del vino. Un progetto nato dal confronto di idee fra gli editori de La Pecora Nera, casa editrice specializzata nella realizzazione di guide enogastronomiche e di eventi a tema, e Pasquale Livieri, socio de Il Sorì (una delle migliori enoteche della Capitale) e grande appassionato del settore. È lui che ha selezionato una ad una le aziende che hanno preso parte all’evento, mettendo molto in alto l’asticella della qualità, sapendo così di rinunciare a qualche espositore, ma al contempo di poter presentare alla platea degli appassionati un parterre di vignaioli con qualcosa da raccontare.

A completare il programma di “Diamoci un taglio” L’Oleoteca dei monovarietali, uno spazio dedicato all’olio di qualità gestito da Simona Cognoli di Oleonauta che ha guidato i presenti alla scoperta delle cultivar che rendono incredibilmente ricco il nostro Paese in degustazioni guidate a cui si può partecipare gratuitamente fino ad esaurimento posti. “Negli ultimi anni il mondo del vino ha vissuto un vero exploit di eventi che lo riguardano, con i produttori scelti secondo i criteri più disparati, dall’appartenenza a un territorio all’adesione a una particolare filosofia produttiva. Con “Diamoci un taglio, beviamoli in purezza” abbiamo voluto dar voce a tante espressioni eccellenti di vitigni normalmente e storicamente utilizzati in blend, per far conoscere al grande pubblico la poesia che ci può essere dietro a un Grechetto o a un Canaiolo, per fare due esempi” dichiara Simone Cargiani de La Pecora Nera  e aggiunge: “Nello scegliere i produttori abbiamo deciso di non mettere paletti, coinvolgendo sia cantine “tradizionali” che “integralisti del naturale”, ma tenendo alta l’asticella sul livello qualitativo dei partecipanti”.


“Criterio fondamentale per la partecipazione alla fiera mercato è la realizzazione di almeno un vino prodotto con uno dei vitigni che in passato erano utilizzati come uva da taglio vinificato in purezza, dice Pasquale Livieri. Accanto a lui, il curatore scientifico Alfonso Isinelli che si è occupato di realizzare i seminari durante la manifestazione. Nei banchi di assaggio tra gli altri ci sono particolarmente piaciuti:

DOMUS HORTAE Orta Nova (Fg) con: Uva di Troia. Raccolta a mano durante le prime ore del mattino, con attenta selezione dei grappoli, qui viene diraspata, pigiata sofficemente e fatta macerare in tini di acciaio inox da 50 ettolitri. Contatto bucce mosto due settimane, controllo della temperatura del capello di vinaccia, 2 delestage al giorno, pressatura delicatissima delle vinacce, batonnage giornaliero sino al primo travaso. Il nero di troia Igt Puglia ha un colore rosso intenso impenetrabile al naso sentori di liquirizia, amarena confettura di prugna caffè cacao, in bocca secco caldo morbido con tannini vellutati si distinguono frutti rossi. 

TENUTA BELLAFONTE Bevagna (Pg) con, Trebbiano Spoletino. L’Arnèto (in dialetto rinato), viene vinificato con selezione dei grappoli, dopo alcuni giorni di macerazione fredda sulle bucce, il mosto viene trasferito in grandi botti di rovere di Slavonia dove inizia la fermentazione in maniera naturale, grazie ai lieviti indigeni. Il vino svolge spontaneamente anche la fermentazione malolattica e rimane sui lieviti per circa 7 mesi prima di essere illimpidito per decantazione. L’imbottigliamento avviene senza filtrazioni. Dopo l’imbottigliamento il vino affina in cantina per almeno 6 mesi prima di essere commercializzato. L’“Arneto” è un Trebbiano Spoletino che nel bicchiere si sviluppa con un colore dorato luminoso. Il bouquet di note che avvolge il naso racconta una progressione olfattiva concentrata, che dalla frutta, anche esotica, si dirige verso sentori di erbe aromatiche, spezie e leggeri cenni più minerali. All’assaggio è di medio corpo, armonioso, caratterizzato da un gusto caldo e fasciante, da cui emerge una vivida traccia minerale.

TERRE MARGARITELLI  Miralduolo di Torgiano (PG) con, Grechetto. Il vino è di colore giallo carico, profumi complessi, alla frutta si aggiungono le spezie, nota burrosa e  tostatura. Al gusto colpisce per rotondità e avvolgenza pur rimanendo piacevolmente fresco.