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La degustazione

Lo “straniero” a Montalcino: da Silvio Nardi alla figlia Emilia nel segno di grandi rossi

14 Dicembre 2021
Tenute_Silvio_Nardi_Tunnel_botti_Credits_Bruno_Bruchi Tenute_Silvio_Nardi_Tunnel_botti_Credits_Bruno_Bruchi

di Marco Sciarrini

Se mostrassimo ad un turista straniero un’immagine con un viale di cipressi con un casolare in lontananza circondato da vigne incantate, non avremmo dubbi che risponderebbe che quella è la Toscana.

E se in una seconda domanda chiedessimo quale zona vinicola risponderebbe quasi certamente Montalcino. E questa è la fotografia dell’Azienda Tenute Silvio Nardi, ed è questo il contesto che negli anni ’50 Silvio Nardi, imprenditore di origini umbre del settore delle macchine agricole, in cui decise di investire, più per passione che per lavoro, nella tenuta di Casale del Bosco. L’occasione di parlare delle Tenute Silvio Nardi è quella della degustazione di due dei suoi vini più rappresentativi, il Rosso di Montalcino Doc 2018, ed il Brunello di Montalcino Docg 2016. Per parlare dei vini è necessario anche approfondire la storia di questa azienda. La tenuta situata sulle colline nei pressi del borgo di Montalcino in Toscana, che ad inizio anni ‘50 era ancora sconosciuto agli appassionati di vino di tutto il mondo, fece diventare Nardi il primo “straniero” venuto da fuori a possedere vigneti a Montalcino. Da allora si arriva al 1954 quando uscì la prima bottiglia di Brunello di Montalcino, il 1962 è invece l’anno d’acquisto della Tenuta Manachiara con 40 ettari di vigneto, nei pressi di Castelnuovo dell’Abate, successivamente nel 1967 ha avuto un ruolo fondamentale nella fondazione del Consorzio del Brunello di Montalcino. La conduzione dell’Azienda rimane nelle sue mani sino al 1990 quando la figlia Emilia è subentrata. Insieme ai suoi fratelli, ha introdotto radicali cambiamenti nella produzione e nella conduzione, iniziando un processo di ristrutturazione sia dei vigneti che della cantina scegliendo di affiancare alla tradizione, la ricerca scientifica, con l’introduzione delle selezioni clonali. Un’imponente opera di zonazione del vigneto con un programma di selezioni clonali che hanno portato all’identificazione dei cinque cloni signature di Sangiovese Grosso delle Tenute e delle loro più idonee collocazioni nelle parcelle più vocate, fino al reimpianto di tutto il parco vitato dell’azienda. Nel 2004 è stato aggiunto il Poggio Doria.

 (ph Bruno Bruchi)

Attualmente la compagine sociale vede Emilia Nardi Direttore Generale, Mario Pisanu Responsabile di cantina, Vittorio Stringari Agronomo. “Ho sempre fortemente creduto nel lavoro di squadra, dove si sommano la mia esperienza assieme a quella di tutti i collaboratori. I vini migliori, si può ben dire, hanno tanti padri. Voglio che i miei vini esprimano l’essenza di ogni nostra vigna e di quella zona unica della Toscana che è Montalcino”, queste parole riassumono il pensiero di Emilia Nardi. Attualmente sono 80 gli ettari vitati, 8 le macro-parcelle, 36 parcelle, 50 particelle, 5 cloni di Sangiovese registrati al Ministero delle Politiche Agricole. La tenuta è di di 84 ettari di cui 40 a nord-ovest e 44 ad est i cui prodotti vengono vinificati separatamente. L’azienda produce due Brunelli da singole vigne, che sono: Poggio Doria con le uve del vigneto Oria, non lontano dalla cantina di Casale del Bosco, nella zona Nord-Ovest. Poggio Doria identifica una collina che al tramonto si colora di riflessi dorati. Sui terrazzi vicini a Casale del Bosco, che sono di probabile origine fluviale e tettonica, si trovano suoli scheletrici poco profondi ma freschi che si sviluppano su diaspro. Il Manachiara, invece, arriva dall’area Sud Est offre vini eleganti e complessi. Manachiara significa mattina chiara, con riferimento alla levata del sole. I suoli sono argille e marne siltose con intercalazioni calcaree e sabbie ricche di quarzi. La degustazione che ha riguardato i seguenti vini ha evidenziato sicuramente la nobiltà del Brunello, ma una grande rivalutazione del Rosso, sempre considerato un comprimario del primo, ma che invece brilla di luce propria e che l’Azienda Silvio Nardi, come molti altri produttori della zona, lo stanno valorizzando come si merita.

Rosso di Montalcino Doc 2018
Sangiovese 100%. Breve macerazione prefermentativa a freddo; fermentazione e macerazione per almeno 15 giorni a temperatura controllata, affinamento in legni di varia capacità di primo e secondo passaggio per almeno sei mesi. Colore rosso rubino intenso, al palato intenso di frutti rossi maturi, ciliegia e piccoli frutti rossi e da nuance speziate dolci, lievi sentori floreali e di erbe aromatiche, al palato il sorso è pieno succoso e di bella struttura con tannini eleganti e nobili ed una lunga chiusura sulle note fruttate olfattive.

Brunello di Montalcino Docg 2016
Sangiovese 100%. Fermentazione e macerazione per almeno 20 giorni, in funzione della parcella, a temperatura controllata, affinamento per 12 mesi in barriques di rovere francese (allier), di secondo passaggio, seguita da 12 mesi in botti grandi di rovere di Slavonia. Successivo affinamento in bottiglia per almeno sei mesi. Colore rosso rubino carico con leggeri riflessi granati, al naso intenso, note di frutti di bosco maturi di ciliegia e lampone e sensazioni balsamiche, leggere note speziate di tabacco dolce e liquirizia, al palato trama tannica elegante e vellutata e con bella struttura, equilibrio già raggiunto con una spiccata acidità e freschezza che ci porta a pensare una grande capacità di durata nel tempo, il finale è lungo e persistente su belle note olfattive.