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La degustazione

Lu Patri, il vino della devozione

23 Ottobre 2014
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Il vino della “devozione”. 

Questa ci sembra la sua migliore esplicitazione per parlare di “Lu Patri” un Nero d’Avola in purezza che i Bonetta, di Campobello di Licata in provincia di Agrigento, titolari dell’azienda “Baglio di Cristo di Campobello”, hanno pensato e realizzato. Loro ci hanno messo, oltre alla devozione, il cuore, l’anima e tanti altri sentimenti da sommare un capitale immateriale equivalente, per entità, all’esborso economico che implica una consulenza firmata Riccardo Cotarella. “Lu Patri”, infatti, appena nato si è conformato al destino che il nome gli ha assegnato. Una scelta senza esitazioni se si pensa che l’azienda si chiama Baglio di Cristo di Campobello e nasce, racconta la storia, da un atto di venerazione per un miracolo e una grazia, ricevuti dopo una supplica inoltrata su quei terreni. E  dove oggi, in segno di ringraziamento, campeggia maestosa  la “Croce di Cristo”.  Anche “Lu Patri” evoca devozione e rispetto inteso come la capacità di stare davanti all’altro e alle cose, stimandole degne di attenzione e di considerazione e soprattutto il rispetto come s’intende in Sicilia. Ma a questi antichi sentimenti il vino associa molti impulsi moderni.

E’ elegante, non mostra muscoli, non usa megafoni, parla con toni adeguati al suo carattere, è piacione e austero insieme, quello che deve dire lo dice col cuore e con l’anima. Insomma la prima verticale del Taormina Gourmet condotta da Francesco Pensovecchio assieme a Carmelo Bonetta, ci ha presentato, più che un padre, il figlio di una vinificazione corretta, che prima di scrivere legge il territorio, poi analizza i suoi elementi (dei trenta gli ettari vitati, in cinquanta di proprietà, ad un’ altitudine tra i 230 e i 270 metri d'altezza e ad ottocento dalla costa, terreno con alta presenza di calcare e di gesso). E alla fine esplicita una sorta di tesi che può definirsi un “Compendio della nuova enologia siciliana”. Ecco le nostre note di degustazione delle cinque annate in passerella.

Lu Patri ’08.  Colore rubino, al naso  sensazioni di ribes scuro, more mature, spezie dolci, cuoio e note vanigliate. Al palato gli estratti offrono buon equilibrio e solarità con tannini vellutati e discreta permanenza.

Lu Patri ’09  Rubino concentrato. Naso poliedrico e sfaccettato, con note di mora, cassis, tabacco scuro, eucalipto. Un campione di nitidezza. Al palato ammicca una  “dolcezza” glicerica, si fa larga tra freschezza e sapidità. Il migliore della serie.

Lu Patri ’10  Un rubino ancor più carico. Al naso spiccano confettura di marasca, menta e note speziate. In bocca potenza e finezza non si scontrano ma armonizzano. Una lunghezza che preannunzia futura complessità e longevità.

Lu Patri ‘11   Il colore qui e più luminoso e il naso offre sentori di ciliegia nera, marasca, erbe aromatiche e spezie. Bocca fresca, con tannino vellutato quasi setoso.

Lu Patri ‘12  La porpora qui mostra riflessi rubino. Al naso tutti i caratteri della giovinezza. Ma in bocca  parla già il dialetto della sua regione con tutti i sentori tipici del Nero d’Avola. Evolverà verso caratteristiche imprevedibili. Ma resterà un grande vino.

Stefano Gurrera