Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
La degustazione

Verticale mai vista del Lupicaia: dieci annate del vino di Castello del Terriccio

10 Ottobre 2019
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(Gian Annibale Rossi di Medelana, Paolo Lauciani e Ciro Formisano)

di Marco Sciarrini, Roma

Quella di Castello del Terriccio è una di quelle storie che affascinano e fanno sospirare chi assapora le emozioni che ogni vino regala. 

Fino agli anni '70 la tenuta era nota soprattutto per la produzione di cereali. La grandissima passione per i grandi vini di Gian Annibale Rossi di Medelana ha ampiamente modificato la produzione aziendale, decidendo di variare l’assetto produttivo e ampliando la superficie vitata dell’azienda, che oggi ammonta a 50 ettari, scegliendo per la maggior parte vitigni internazionali. Nasce così, in una zona di importanza storica per la Toscana, un monumento dell’enologia toscana di indubbio spessore, il Lupicaia. Già in un altro nostro articolo >avevamo parlato delle peculiarità di questo vino, ma una verticale di dieci annate non era ancora stata fatta. La location dell’evento è stato l’Hotel Cavalieri a Roma, in compagnia di Paolo Lauciani docente di Fondazione Italiana Sommelier, di Gian Annibale Rossi di Medelana e di Ciro Formisano Brand Ambassador dell’Azienda. Ecco le annate in verticale: 2004, 2005, 2006, 2007, 2009, 2010, 2011, 2012, 2013 e 2015.

Il patron Rossi di Medelana ha illustrato quelli che per lui sono i segreti vincenti dell’azienda e del vino, a cominciare dalla vicinanza del mare che irradia di luminosità i vigneti e l’esposizione ai venti che contribuiscono alla loro salubrità. Una terrazza con davanti cinque isole, quattro dell’arcipelago toscano e la Corsica. Nelle giornate migliori si possono vedere le sue cime innevate. Queste isole incredibilmente consentono di convogliare e velocizzare un flusso di vento che avvantaggia il clima. Altra grande fortuna è quella dei terreni ricchi di minerali dove gli Etruschi tra l’800 e il '500 avanti Cristo estraevano il ferro dalle miniere. La proprietà è di 1.700 ettari e produce vini dal 1986. I vigneti sono a cordone speronato su 60 ettari a circa 200 metri sul livello del mare ed è situata sulle colline costiere tra Pisa e Bolgheri e a tre chilometri dal litorale, simbolo dell’azienda è il sole degli Etruschi. Castello del Terriccio ha dunque una storia millenaria. La moderna storia del Terriccio ha inizio nel primo dopoguerra, quando la Tenuta viene acquisita dai Conti Serafini Ferri, famiglia d’appartenenza dell’attuale proprietario. Con gli importanti interventi di miglioramento fondiario realizzati negli anni venti, i Serafini Ferri portarono l'azienda ad una fisionomia molto vicina a quella attuale. Fino agli anni '70 la Tenuta era ancora conosciuta prevalentemente per l'attività cerealicola, al punto da conquistare il record europeo di produzione del granturco in secondo raccolto. Artefice del nuovo corso di Castello del Terriccio, Gian Annibale Rossi di Medelana nasce da una nobile famiglia giunta in Italia al seguito di Federico II e degli Svevi e che, sin dal 1271, ha avuto proprietà agricole e vinicole nel Paese. Dopo aver ereditato l’azienda, egli decide di rifondarla votandola alla vitivinicoltura di altissima qualità.

Ecco la nostra degustazione
Lupicaia 2015

Annata definita classica per la maturazione delle uve, 90% Cabernet sauvignon, 10% Petit Verdot con vinificazioni separate, questa composizione la troveremo sino alla 2010. Tonneaux per 22 mesi. Sensazioni di balsamicità legate alla macchia mediterranea, vitalità giovanile, al naso esuberante con presenza di frutta a bacca rossa, ribes ma anche cacao amaro, tabacco da pipa. In bocca la sapidità lo rende di grande bevibilità, e la freschezza gli consente di reggere i suoi muscoli. Persistente acidità ed eleganza tannica.

Lupicaia 2013
Al naso aromi ricchi di macchia mediterranea, fruttato e floreale con sensazioni di rosa canina, balsamico verso la menta. In bocca tannino ben definito morso di velluto avvolgente per rotondità. Sapido e lunga persistenza.

Lupicaia 2012
Alla visiva luminoso al naso un balsamico meno ricco dei precedenti vira più su frutta e speziatura con un accenno di agrumato. In bocca freschezza e sapidità fanno da traino con un finale moderato di balsamicità.

Lupicaia 2011
Compatto e concentrato al naso un’evoluzione media, sentori di sandalo cera, mora, anche con una leggera sensazione balsamica e speziate di pepe, alla gustativa tannino vellutato ed equilibrio piacevole con ritorni balsamici.

Lupicaia 2010
Annata importante per equilibrio, impatto cromatico sembra più giovane del 2011, sintomo di un’evoluzione lenta delle grandi annate. Al naso fruttato, con note di radice, legno spezzato, boschiva, note floreali di viola e spezie noce moscata, inchiostro e china. In bocca fresco con un tannino che ha voglia di stupire per la sua finezza ed eleganza e per la sua persistenza, balsamico in finale, molto lungo.

Lupicaia 2009
Cabernet sauvignon 85%, merlot 10%, Petit Verdot 5%. Taglio diverso dalle precedenti che seguirà anche le successive, prima introduzione del tonneaux, annata che ha avuto il solo torto di venire prima della 2010, ma in ogni caso un’ottima annata. Compatto con un tono più evoluto e cupo con unghia granata. Al naso note di ruggine, terra battuta, sensazioni di cenere e carbone. In bocca meglio che al naso. Ancora una buona vitalità anche se il tannino non è al massimo della precisione. 

Lupicaia 2007
Incontriamo a ritroso la prima annata in barrique, annata buona, colore granato luminoso, con note di pasticceria da forno con spezie dolci, chiodi di garofano, frutta, mora, e mirtillo, nota balsamica, radice di liquirizia. In bocca equilibrio tra vivacità e freschezza tannino perfetto, con finale balsamico.

Lupicaia 2006
Importante annata in Toscana per il clima diversificato a macchia di leopardo, colore granato lucido e brillante con un'unghia amaranto. Al naso non eccessivamente ampio con poca verve di freschezza e acidità, in ogni caso sempre piacevole.

Lupicaia 2005
Annata un po' fresca e vendemmia a fine settembre, il colore è più vivo e luminoso del precedente, al naso profondità canfora eucalipto e frutta, liquirizia, tabacco e ginepro. In bocca il tannino deve ancora crescere un po’, sensazioni di arancia sanguinella e grande freschezza con un grande finale.

Lupicaia 2004
Seconda annata dell’uvaggio con il petit Verdot, vigne di tre anni, il colore intravede un’unghia granata più accesa, il naso evoluto, sembra più matura della precedente, sensazioni di gelatina di ribes, viola appena appassita, pepe nero, spezie scure, tabacco kentucky, in bocca sapido, il sorso è piacevole con richiami di cacao.