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La fiera

Vinitaly 2014, il bilancio di produttori e buyer

10 Aprile 2014
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Vinitaly e SolAgrifood  promossi a pieni voti.

Il bilancio dei pareri degli espositori, piccoli e big della scena enologica  premia il ruolo dei due saloni come piattaforma privilegiata per il mercato.
 
Jacopo Biondi Santi, che ha anche ricevuto il Premio Internazionale Vinitaly 2014 ha apprezzato la qualità dei visitatori. “E’ andata benissimo  – ha detto – Abbiamo visto tutti gli importatori, con una buona presenza dalla Cina al Brasile, dal Canada agli Stati Uniti. Anche sul piano dell’affluenza è stato un Vinitaly da record. Abbiamo avuto afflusso continuo allo stand, nonostante avessimo quadruplicato gli spazi. Si è trattato di visitatori qualificatissimi, anche sul piano italiano e speriamo che sia l’inizio della ripresa del mercato interno”.
 
Anche Enrico Viglierchio,direttore generale di Castello Banfi, ha constatato una maggiore partecipazione di operatori stranieri. “È stata un’ottima fiera, sia per il mercato nazionale, con una presenza di operatori sempre più qualificati, sia per l’estero, con buyer dagli Stati Uniti e da tutti quei mercati che guardano con interesse al vino italiano. Estremamente positivo l’entusiasmo che si è respirato a questo Vinitaly”.
 
Fabio Maccari, direttore generale Gruppo Mezzacorona: “Crediamo molto in Vinitaly, per noi momento topico dell’anno, esattamente come la vendemmia e l’assemblea dei soci. Quest’anno abbiamo deciso di rinnovare totalmente lo stand ed è stato un successo di visitatori italiani ed esteri. Abbiamo presentato due nuovo prodotti e le proposte sono state recepite in maniera entusiastica. Un bilancio più che positivo, anche per effetto di un mercato che ho visto vivace”.
 
Per Marta Gaspari,responsabile marketing di Donnafugata, “le presenze estere sono buone e la manifestazione è andata bene. Vinitaly si conferma una rassegna molto importante, anche rispetto ad altre”. Ivo Basile, direttore della comunicazione di Tasca d’Almerita, ha invece espresso un “ringraziamento a Veronafiere per il supporto sul piano logistico, che conferma la grande attenzione verso gli operatori per il buon esito della manifestazione”.
 
Anche i produttori di olio siciliani che quest’anno hanno promosso i loro oli a Sol&Agrifood si uniscono al giudizio positivo. Alla conclusione della fiera abbiamo chiesto ad alcuni perché e da quando partecipano alla rassegna, le peculiarità della presente edizione e cosa si aspettano dopo il Sol.
 
Antonella Titone dell’omonima azienda di Chiaramonte Gulfi: “Partecipiamo dal 1990 anche se recentemente per 7 anni siamo stati assenti. Quest’anno è stata una bella esperienza, ho incontrato i miei clienti, giornalisti, appassionati, ho avuto la possibilità di confrontarmi con gli altri produttori per cui molto probabilmente torneremo anche l’anno prossimo”
 
Giuseppe Oro e Accursio Alagna, presidente e direttore della Cooperativa La Goccia d’Oro di Menfi:
“Siamo presenti ininterrottamente dal 2002 in quanto anche se gli affari non sono innumerevoli serve come punto di incontro con i nostri agenti e comunque sempre si getta il seme per nuovi contratti. Quest’anno abbiamo constatato che i visitatori interessati concretamente sono aumentati con presenza di buyers asiatici. La fiera va assolutamente fatta.”
 
Massimiliano Geraci dell’omonimo oleificio di Partanna (Tp) “Il Sol ha successo se ti organizzi bene prima, contattando i tuoi clienti e quelli potenziali in maniera di incontrarli in questa occasione. Così è per noi da 16 anni.”
 
Salvatore Di Liberto, Olio Arkè di Serradifalco (Cl) “Da 8 anni siamo qui e il SOL per la nostra azienda è stato l’inizio dell’esportazione all’estero. Infatti qui abbiamo incontrato i nostri più importanti buyers. SOL ha la giusta dimensione umana e strutturale per le nostre aziende medio piccole. Quest’anno è stato più di conferme che di novità e l’olio siciliano si va sempre più affermando come olio leader della qualità e del gusto, anche a detta dei toscani.”
 
Pasquale Romano di Bronte (Ct): “ E’ il nostro terzo SOL che quest’anno è stato arricchito dal Premio Sol d’Oro appena ottenuto per cui siamo stati molto attenzionati e anche se in Fiera in genere non si firmano contatti siamo sicuri che ne avremo parecchi. Appena possibile con il nostro olio non DOP aderiremo con entusiasmo all’IGP Sicilia.”
 
Alfio Consoli di Adrano (Ct): “In Fiera da 10 anni, già dal primo un bel contratto e finalmente dagli ultimi il SOL è servito ad ottenere parecchi sbocchi commerciali e anche quest’anno pensiamo che nuove vendite si aggiungeranno.”
 
Rosa Sarullo, oleificio Sarullo di Ribera (Ag): “Ogni anno siamo qui da 15. Oltre che occasione di incontri e confronti quest’anno abbiamo vivacizzato il nostro banco esponendo e facendo apprezzare le nostre marmellate che in un pubblico che erra spaesato tra vari produttori sono servite come catalizzatori dell’attenzione. L’IGP Sicilia per un pubblico attento alla qualità e non ai nomi serve purtroppo ad aumentare i costi di produzione.”
 
Con varie sfumature, concordano con queste espressioni anche gli altri produttori intervistati: Pierluigi Crescimanno di Tenuta Rocchetta (Castelvetrano Tp), Rosario Triolo di Terre di Grazia (Camporeale Pa), Paolo Gatto (Chiaramonte Gulfi Rg), Luigi Cani di Lu Trappitu (Campobello di Licata Ag)
 
Hanno  espresso il proprio parere sul ruolo del Vinitaly anche chi sta dall’altro lato, attesi dai produttori: i buyer.  
 
Per la canadese Barbara Philip, unica Master of Wine donna del Paese e portfolio manager per la distribuzione e responsabile per le selezioni di vino europei del British Columbia Liquor Branch – Bcldb (con un volume di affari di un milione di dollari), già a Vinitaly nel 2012, il Salone veronese “è un momento importante per conoscere piccoli produttori e per partecipare ai seminari organizzati da Vinitaly, perché è importante imparare e capire i prodotti”.
 
Yvonne Cheung, sommelier di Upper House di Hong Kong ha messo l’accento sulla varietà dei vini italiani: “C’è così tanto vino qui a Vinitaly che mi piacerebbe poter rimanere un mese intero. Ho trovato molti vini di tutti i tipi e di tante regioni; esplorare è stato fantastico”.
 
Il grande interesse del mercato di Hong Kong per i vini italiani è testimoniata anche da Christian Pillsbury, managing director di Applied Wines: “Conosco abbastanza bene i vini più noti a livello internazionale, non vedevo invece l’ora di scoprire nuove regioni come Sardegna, Umbria , Calabria, Emilia-Romagna e di conoscere meglio questi vini. Non mi aspettavo però di scoprire cose nuove delle regioni più famose che già amo. I tasting che ho seguito hanno davvero aperto la mia mente al concetto di qualità. Venire a Vinitaly è stata per me una grande opportunità”.
 
Tra i nuovi mercati di consumo potrebbe essere anche annoverata la Spagna. Per Rafael Buerba Moreno di Food&Quality, a Vinitaly anche nel 2013, “quest’anno c’è ancora maggiore qualità e quantità dei contatti. La preferenza va verso i piccoli produttori che fanno qualità e per il rapporto più amicale che si può instaurare”.

Interviste ai produttori di olio a cura di Giovanni Paternò