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La manifestazione

A Bruxelles il primo “Salon du Champagne”: tra gli stand bottiglie quasi introvabili

02 Novembre 2018
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di Alma Torretta, Bruxelles

Manca ancora più di un mese alle festività di fine d’anno, ma già in molti a Bruxelles hanno fatto scorta di Champagne di piccoli produttori in occasione del primo Salon du Champagne organizzato lo scorso fine settimana nella capitale belga nella bella cornice dell’Hotel de la Poste a Tour&Taxi. 

Un Salone dove si poteva non solo degustare ma, appunto, anche comprare oppure ordinare i vini che sono piaciuti di più e, a giudicare dalle file ai banchetti che si sono create per definire gli acquisti, il successo è stato davvero notevole. Un Salone dedicato sia agli operatori che agli amatori, con masterclass di approfondimento per scoprire la grande diversità delle bollicine dello Champagne che oggi conta 320 maison e circa 15.800 vigneron con una produzione di 295 milioni di bottiglie l’anno, più della metà parte per l’estero ed il Belgio, malgrado le sue dimensioni ridotte, è il quinto paese al mondo per consumo. E la tendenza, secondo gli ultimi studi rilasciati dal Bureau du Champagne Benelux, è l’aumento nel consumo domestico e per prodotti di gamma, e quindi prezzo, superiore. Il Belgio consuma sempre più anche altri spumanti, sopratutto Cava e Prosecco, ma lo Champagne resta il prodotto del cuore. 

Un’occasione quindi da non perdere questo primo Salone perché ha riunito quasi una trentina tra piccoli produttori e négociants con etichette altrimenti difficilmente reperibili se non direttamente in Champagne. Le masterclass si sono succedute a ritmo serrato lungo tutte e due le giornate del salone, della durata di mezz’ora ciascuna, consentendo alla maggior parte dei produttori partecipanti al Salone di farsi conoscere meglio presentati da Michiel Demaray, appena trentenne ma già Chevalier de l’Ordre des Coteax de Champagne, e da Eric Vauthier che a Bruxelles offre tutto l’anno tour a champagne della città sui suoi Tuk Tuk elettrici, uno di questi esposto al Salon. Le attività di presentazioni si sono svolte nell’angolo del Beaubabbles Theater, spazio curato dal “collettivo effervescente” che nel 2009 ha fondato la Champagnothèque di Bruxelles e che adesso si è lanciato nella nuova avventura del Beaubbles, un’intera maison de maitre dedicata agli amanti delle bollicine che ha appena aperto le porte nella centralissima rue Royale della capitale belga. 

A completare la già assai allentante offerta, al Salone è stato possibile anche fare scorta di macaron, ma anche dei famosi biscotti rosa di Reims oppure di quelli altrettanto deliziosi al formaggio di Comtè, entrambi perfetti per accompagnare gli champagne, e non poteva mancare una piccola rappresentanza anche di raffinate praline di cioccolato. 

Qualche suggerimento:

Christian Briard – Ambre 2005
Medaglia d’oro 2018 per Champagnist, seguito sito d’informazione in Belgio dedicato solo ai vini dello Champagne, uno dei pochi millesimati presenti al Salone, classico grande champagne gourmand, ricco e complesso, dall’equilibrio strutturale perfetto, cremoso, e finale molto, molto lungo. Assemblaggio di 66% di pinot meunier, 14% di pinot noir e 20% di chardonnay. 

Alain Bailly – Fleur de Vigne
Un brut ottenuto 100% da pinot meunier, dal perlage molto fine,  complesso, un elegantissimo e finissimo floreale/fruttato al naso che si trasforma in lunga e fresca persistenza minerale al sorso. 

Eric Legrand – Reminiscence
Un extra brut ottenuto da solo pinot blanc dallo stile ossidativo, sentori che spaziano dal confì al fumè, finale che richiama un po’ la grappa, perfetto da abbinare alla cucina giapponese e con un potenziale di vita molto lungo. 

Marinette-Raclot – Brut Pinot Bianco
Atipico, un po’ rustico, deliziosamente con sentori vegetali  che ricordano l’erba della steppa oppure il succo del cactus od ancora il carciofo. Sentori che si mescolano con quelli più tipici, dandogli una personalità unica.

Jean-Yves De Carlini – Blanc de Noirs
Color pallido con riflessi d’oro rosa, 100% pinot noir, subito sfodera una ricchezza inebriante di sentori dolci di frutti di bosco leggermente speziati sorretta dall’acidità ancora pungente e da una leggerissima mineralità finale inaspettata e leggermente affumicata.