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La proposta

Due proposte per lo sviluppo economico: un Assessorato del mare e il distretto produttivo del Mediterraneo

28 Agosto 2012
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Bacino di commercio e di scambi fiorenti o  teatro di tensioni e scontri: è da sempre il duplice status del Mediterraneo, le due facce della stessa medaglia.

Una risorsa che sempre meno viene vista come frontiera per nuove opportunità e per la quale il presidente del Distretto della Pesca Giovanni Tumbiolo invece reclama l’istituzione di un Assessorato del Mare e la creazione di un modello di sviluppo che prenda la forma di un distretto del Mediterraneo. “Ci siamo dimenticati che la Sicilia è un’isola e che è circondata dal mare – ha detto – Fino a oggi lo abbiamo guardato con sospetto e diffidenza. Per essere franchi abbiamo voltato le spalle al mare invece di guardarlo come una grande opportunità, luogo di unione e di comunione di interessi, che riguardano la protezione delle risorse, delle riserve marine, luogo fondamentale per uno viluppo del turismo moderno e creativo”.


Giovanni Tumbiolo

L’imput lo lancia alla Regione e ai candidati al futuro governo. “La regione ha le competenze sul Mediterraneo per quanto riguarda le relazioni transfrontaliere  e nelle politiche di vicinato. Tutte le regioni periferiche hanno queste competenze – prosegue Tumbiolo – Tramite i rapporti con i Paesi rivieraschi e vicini si possono costruire politiche di coesione, la Sicilia lo può fare solo se si dà una governance del mare, intendo un’istituzione,  un vero grande dipartimento del mare dove vengano convogliate tante competenze, dalla gestione delle riserve marine a quella dei porti, dalle autostrade del mare all’ acquacoltura, alla pesca e all’archeologia subacquea. Oggi sono  divise in più  dipartimenti, dislocate in entità diverse, e succede che la mano destra non sa cosa fa al mano sinistra”.

La richiesta sarebbe, quindi, quella di una politica unitaria. “Il vantaggio ce – sostiene il presidente del distretto – Ce lo dà la recente storia e geografia, la condizione fondamentale è che noi siamo in una situazione geopolitica favorevole,  per cui non è sbagliato pensare alla creazione di una macro regione, ad una forma di cooperazione diffusa.  E spetterebbe alla Sicilia, che nella sponda Sud del Mediterraneo è la terra di prima gittata”.

Se da un lato lo sviluppo in questo termine passa per l’istituzione di un governo ad hoc, richiede anche l'applicazione di un modello. “Necessario per creare un sistema mare coerente – spiega Tumbiolo -. Oggi in tutti i Paesi che si affacciano sul nostro bacino si concentra l’interesse economico e sociale sul territorio. Sulla qualità e sulla sua identità. E proprio attraverso queste si può creare un unico e variegato distretto agricolo, per esempio. Potrebbe crearsi quello dei dolci, se penso che le mandorle sono una risorsa condivisa da molte regioni del Mediterraneo. O quello sul pesce, che ovviamente è il minimo comune denominatore. Un modo per esprimere e valorizzare la diversa vocazione che guardi ancora più in là di quello già in atto della rete interdistrettuale”. 

C.d.G.