Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 123 del 23/07/2009

LA PROVOCAZIONE A Palermo vietato mangiare bene dopo mezzanotte

11 Luglio 2009
restaurant restaurant

LA PROVOCAZIONE

Nè una trattoria, nè un wine bar degni di questo nome. E i pochi locali aperti vi propinano cose immangiabili. Un ulteriore segno di decadenza del capoluogo siciliano. Il dibattito è aperto

A Palermo
vietato
mangiare bene
dopo mezzanotte

di Fabrizio Carrera

A Palermo è impossibile mangiare fuori dopo mezzanotte. Non provate a cercare un ristorante, una trattoria, un wine bar dove accompagnare un piatto caldo con un buon bicchiere di vino. Perdereste solo tempo. Vi resta, se siete fortunati – qualche pizzeria, soprattutto il sabato, qualche panineria, o quei locali aperti «h 24», cioè sempre, dove vi propinano calzoni e altri anonimi «pezzi» di rosticceria.
Nè accettiamo come attenuante il fatto che d’estate, spostandosi verso le borgate marinare, è più facile trovare qualche locale ancora «vivo» a tarda ora. È troppo poco anche perché spesso in queste simil-trattorie vi propongono cose immangiabili. Del tipo cocktail di gamberi in salsa rosa e fettuccine al salmone o fettine di carne dura come una suola di scarpe o i soliti involtini di pescespada (non c’è un locale a Palermo che non ve li proponga) senza sapore e così infarciti di pangrattato («la mollica», per i palermitani) che del pesce c’è solo il ricordo. Per non parlare di alcune zone, quelle della «movida» piene di locali dove l’unico obiettivo è fare tardi e dove il cibo non rappresenta assolutamente un degno compagno dello stare insieme tra amici.
I gourmet dunque è meglio che rinuncino a un succulento spuntino di mezzanotte e che si attrezzino. Volete andare al cinema alle 22.30? Mangiate prima, non vi venga in mente di andare dopo in un wine bar. Decidete all’ultimo di uscire con gli amici a tarda sera? Sappiate che non potrete cenare. Tutto questo è molto triste. È un ulteriore segno di decadenza di Palermo che è pur sempre la quinta città d’Italia, che è pur sempre una città molto spagnola ma, si vede, più per i vizi che per le virtù. Curiosamente infatti l’abitudine di cenare tardi fuori casa qui non ha attecchito. Provate a fare un viaggio a Barcellona tanto per farvi un’idea, che tante analogie ha con il capoluogo siciliano. Anzi a ben guardare Palermo assomiglia più Trento e Bolzano piuttosto che ad una città del Sud dove cenare tardi è un classico. E dove si ha voglia di stare tra amici senza guardare l’orologio.
E se qualcuno è pronto a tirare fuori lo spettro della crisi, lasci perdere. Questa volta la crisi non c’entra nulla. Semmai è colpa di una mentalità chiusa, poco incline alle novità, dove mancano chef o imprenditori innovativi, capaci di proporsi al pubblico con un po’ di coraggio e con pietanze di media qualità (un piatto di pasta ben fatto, un po’ di pesce che sappia di pesce, un servizio appena dignitoso). Sfruttando un filone di pubblico di qualità che, siamo certi, esiste e vorrebbe essere solo invogliato e stimolato. Non vogliamo rassegnarci all’idea di andare a letto solo con un calzone o un drink (bere si può sempre ma non ci piace senza cibo) sullo stomaco. Ci farebbe male. Il dibattito è aperto.