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La ricerca

Doc Faro, studi per migliorarne la qualità

13 Ottobre 2011
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Sono i periodi di invecchiamento allo studio attualmente per la Doc Faro. L’agronomo Leopoldo Moleti assieme all’equipe dell’Istituto tecnico agrario Cuppari, che da anni si occupa di migliorare e valorizzare la produzione della Doc Faro, hanno messo su dei vitigni sperimentali.

“Per adesso – spiega Moleti – stiamo studiando le soluzioni migliori che potrebbero derivare a seconda dei diversi periodi di invecchiamento. Allo studio comunque periodi differenti ma non solo. – sottolinea il professore – Stiamo anche testando le diverse dimensioni delle botti, da più piccole a più grandi, e del legno con cui sono realizzate, rovere o castagno”.
In realtà è già “dagli anni ’90 – spiega Moleti che è affiancato da altri due agronomi, Umberto Zito e Allegra Puglisi – che il nostro istituto si occupa di sperimentazioni sulla Doc Faro. La motivazione risiede nel fatto che si tratta di una doc che si stava perdendo, contava soltanto tre produttori.

 Da qui anche la nascita del Consorzio di Tutela dei Vini Faro Doc”. Aumentare la superficie vitata e migliorarne la qualità dunque i primi obiettivi che hanno mosso la ricerca. “Allo studio – prosegue Moleti – c’è anche la diversa percentuale dei vitigni che costituiscono la Doc Faro”. Ovvero Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Nocera, Nero d’Avola, Sangiovese e Montonico Nero. In questa equipe, ai quali a quelli già menzionati si aggiungono Maurizio Costantino, Salvatore Galletta e Natale Gugliotta, da poco è anche entrato a far parte l’enologo Nicola Centonze. “Nella gestione del progetto – tiene poi a sottolineare Moleti – sono pienamente coinvolti gli alunni dell’Istituto, soprattutto delle quarte e quinte classi che partecipano a tutte le operazioni, colturali e di vinificazione, per acquisire quella professionalità che caratterizza gli studi dell’Istituto Tecnico agrario”.

S.P.