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Gli italiani bevono di meno, ma meglio: e volano le denominazioni

23 Marzo 2015
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Ma crollano i consumi, mai così bassi dal 1861

Dall’inizio della crisi è sparito dalle tavole degli italiani un bicchiere di vino su cinque ed i consumi di vino sono scesi al minimo storico dall’Unità d’Italia nel 1861.

 È quanto emerge da una analisi della Coldiretti presentata al Vinitaly allo stand della Coldiretti al Centro Servizi Arena – nel corridoio tra i padiglioni 6 e 7 dove sono stati esposti i falsi vini Made in Italy nell'angolo della vergogna. Se all'estero i problemi vengono dalle imitazioni, in Italia sono crollati gli acquisti di vino delle famiglie e i consumi nazionali– sottolinea la Coldiretti – sono scesi attorno ai 20 milioni di ettolitri, dietro Stati Uniti e Francia, con un taglio del 19 per cento dall’inizio della crisi nel 2008. Se la media di consumo è al di sotto dei 37 litri a persona, solo il 21 per cento degli italiani beve vino tutti i giorni e addirittura quasi la metà degli italiani (48,4 per cento) non lo beve mai durante l’anno, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat. 

Sta cambiando la geografia del vino e se i dati disponibili mostrano un consolidamento del consumo mondiale stimato nel 2014 attorno ai 243 milioni di ettolitri, l’andamento non è più trainato dai paesi tradizionalmente produttori e consumatori come Italia e Francia, bensì dalla nascita e dallo sviluppo di nuovi poli di consumo. La Cina in pochi anni è diventata il quinto Paese consumatore ed oggi circa il 39 per cento del vino prodotto viene consumato in paesi non europei, rispetto al 31 per cento del 2000. 
In Italia si beve meno, ma si beve meglio con il formato più venduto che è stato quello delle bottiglie da 0,75 litri a denominazione d'origine che può contare su una offerta Made in Italy di 74 etichette Docg, 341 Doc e 123 Igt.

I vini più richiesti sono Chianti, Lambrusco, Vermentino, Barbera, Bonarda, Montepulciano d'Abruzzo, Nero d'Avola, Morellino e Dolcetto, ma crescono anche il Pecorino, l’Aglianico e il Pignoletto a conferma del successo dei vini autoctoni.

Il risultato – sottolinea la Coldiretti – è che la quantità di vino Made in Italy consumato all’interno dei confini nazionali è risultata addirittura inferiore di quella consumata nel mondo. Nonostante l’aumento dello 0,8 per cento nelle bottiglie esportate per un quantitativo di 20,4 milioni di ettolitri, l'Italia nel 2014 è stata sorpassata dalla Spagna (22,6 milioni di ettolitri, il 22 percento in più sul 2013), dopo essere stata infatti a lungo il primo fornitore mondiale. 

A trainare l’export – precisa la Coldiretti – sono le bollicine che mettono a segno nel 2014 un aumento del 18,2 per cento nelle numero di bottiglie esportate. Ad apprezzare il vino italiano sono soprattutto gli Stati Uniti che ne hanno importato quasi 6 milioni di ettolitri e a seguire la Germania e la Gran Bretagna entrambi con quasi 3 milioni di ettolitri. In termini di valore il vino -continua la Coldiretti – resta la prima voce dell’export agroalimentare italiano con un fatturato di 5,1 miliardi nel 2014, in crescita dell'1,4% sul 2013 ma dietro la Francia sempre prima in termini di fatturato legato all'export vinicolo con 7,7 miliardi di euro.
 
Nel 2014 in Italia la produzione di vino è stata a 41 milioni di ettolitri con un calo del 12 per cento rispetto all’anno precedente che ha provocato anche la perdita del primato mondiale nella produzione di vino a vantaggio della Francia.

C.d.G.