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La ricerca

Sette sperimentazioni in sette territori, la nuova fase dello studio sui vitigni siciliani condotto da Attilio Scienza

27 Aprile 2013
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Sette sperimentazioni in sette territori diversi.

Prosegue su questa linea il progetto di ricerca genetica sui vitigni siciliani condotto da Attilio Scienza, nella quale si inserisce lo studio sui portainnesti, fondamentali per l'adattamento e la vita stessa della pianta ad un determinato terreno. Il professore, ordinario della facoltà di Agraria dell'Università di Milano, ha illustrato questa nuova fase, avviata da qualche mese sull'Isola, all'incontro che ha aperto Sicilia en Primeur a Palermo dove ha parlato del futuro dei vini siciliani a partire dalle origini genetiche del vigneto isolano. Da Marsala all'Etna, dal territorio di Menfi a quello di Pantelleria, sono stati selezionati terroir estremi, se possiamo definirli cosi, con limitazioni particolari, quelli che presentano le peggiori condizioni da considerare come prove di sforzo, con lo scopo di studiare la risposta della pianta al terreno e all'habitat.

“L'obiettivo – spiega Scienza – è quello di avere una pianta equilibrata che possa dare una risposta all'ambiente appunto equilibrato, cistoso o calcareo che sia, che non abbia bisogno di un intervento esterno per potersi manifestare. Quindi una pianta che sia adattata a quell'ambiente”. Lo studio è improntato sull'ottenimento della qualità, nell'ottica anche della riduzione di costi e di una viticoltura sostenibile e compatibile con il territorio. “Grazie a questa ricerca possiamo capire come migliorare la qualità dei vini Se, per esempio, – spiega Scienza – abbiamo un portainnesto tardivo questo mi consente di spostare in avanti la maturazione in un periodo più fresco e avere una migliore qualità. Adesso abbiamo una maturazione a fine agosto, nei primi di settembre, che coincide con le temperature più elevate cosa che comporta la perdita di molti profumi. Se riesco a spostare di un mese la maturazione ottengo un risultato nettamente migliore”. La sperimentazione sul portainnesto ha avuto un campo preliminare nella tenuta di Tasca d'Almerita a Regaleali, avviato cinque anni fa. La ricerca è consistita nel  piantare quattro porta innesti di nuova costituzione, ciascuno con una caratteristica resistenza a fattori abiotici, come per esempio salinità, stress idrico, calcare, e altri commerciali, sui quali sono stati innestati Cabernet Sauvignon e Nero d'Avola. Dopo cinque anni il risultato ha rivelato le maggiori potenzialità dei nuovi portainnesti. Le barbatelle impiegate sono anch'esse frutto di un allevamento sperimentale situato a Petrosino, in provincia di Trapani, presso i vivai Mannone, sempre seguito da Scienza. “È a Regaleali – prosegue il professore – che abbiamo capito che si può lavorare bene per la Sicilia”. L'Isola vanta un piccolo primato al riguardo. Adesso di campi sperimentali ne conta sette rispetto alle altre regioni dove si trovano gli altri monitorati dal professore e dalla sua equipe, si trovano in Trentino, in Toscana, in Puglia, nel Lazio.”Se ce ne sono così tanti lo dobbiamo proprio ai risultati che ci ha dato il campo di Regaleali”. Si dovrà attendere due anni, quando entrerà in produzione, per capire come la pianta si è adattata. 

M.L.