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La ricerca

Sull’Isola i bambini più grassi d’Italia, manca una nutrizione adeguata con i cereali

29 Maggio 2013
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La Sicilia è fra le regioni italiane in cui si consumano più pane e pasta, ma è anche fra quelle con i bambini più grassi.

 Ma non c'è una correlazione fra i due elementi. Perché nella dieta dei più piccoli è notevole la presenza di alimenti come merendine, snack ed altri prodotti come quelli dei fast food (il cosiddetto cibo spazzatura) confezionati che hanno scarso apporto nutrizionale e alto contenuto calorico. A questo va aggiunto uno stile di vita piuttosto sedentario.

È il risultato dell’indagine “Il ruolo dei cereali nell’alimentazione” condotta nell'Isola su mille soggetti dagli 11 ai 13 anni dall’assessorato regionale Risorse agricole ed alimentari e dal consorzio di ricerca Ballatore, attraverso la collaborazione di 57 scuole medie. “L’obiettivo – afferma l’assessore Dario Cartabellotta – è stato quello di studiare il rapporto che i nostri adolescenti hanno elaborato con alimenti importanti della nostra dieta, quali pane e pasta, e definire così specifici percorsi di educazione alimentare mirati e più efficaci”.

Lo studio è partito dagli ultimi dati pubblicati dall’Istituto superiore di sanità i quali dicono che in Sicilia un bambino (tra i 6 e i 10 anni) su quattro è in sovrappeso e uno su cinque è obeso. Dati allarmanti si registrano in tutte le regioni del Sud ed è un paradosso, visto che queste aree del Paese dovrebbero essere quelle che beneficiano maggiormente degli effetti della dieta mediterranea. Un regime alimentare definito dall’Unesco patrimonio culturale dell’umanità e cui i nutrizionisti riconoscono effetti benefici e preventivi sulla salute.


Suona strano che la Sicilia, con 300 mila ettari di grano duro seminati mediamente ogni anno e con i suoi abitanti che ogni anno mangiano oltre 45 chili di pasta (quasi il doppio della media italiana, abbia dei giovani che sconoscono le regole di una corretta alimentazione.

Man mano che si cresce però le cose migliorano. Dall’indagine dell’assessorato e del consorzio Ballatore, infatti, vengono fuori dati più confortanti, forse perché condotta su ragazzini delle medie, quindi di età maggiore rispetto allo studio dell’Istituto superiore di sanità.

Sono comunque numeri che per gli esperti devono e possono essere migliorati per evitare che i ragazzini di oggi abbiano problemi di salute in età adulta.Per le ragazze si registra che il 73% è normopeso, il 14% è sovrappeso, il 7% è obeso e il 6% sottopeso. Per i ragazzi quadro più sconfortante: i normopeso rappresentano il 53%, i sovrappeso il 27%, gli obesi il 16% e i sottopeso il 4%. “Dai dati è emerso con chiarezza – affermano i ricercatori – che ad un consumo regolare e quotidiano di pasta è associato un minor rischio di esposizione alle condizioni di sovrappeso e obesità. I risultati confermano precedenti indagini scientifiche che contribuiscono a definire il prodotto pasta come alimento fonte di carboidrati complessi (energia buona), con basso indice glicemico e apportatore di nutrienti con effetto normalizzante sul peso”. Al contrario i consumatori frequenti di junk food sono risultati essere maggiormente esposti al rischio di sovrappeso e obesità.

Fra. S.