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Nomine

Gianni Marzagalli nuovo presidente del Consorzio dell’Asti Docg

04 Maggio 2012

Cambio di guardia nel consorzio di tutela per i vini Docg tra i più importanti e storici d’Italia e fulcro di un’area di produzione candidata a diventare patrimonio dell’Unesco.

Paolo Ricagno dopo due anni di mandato lascia la poltrona di presidente del Consorzio per la tutela dell’Asti Docg a Gianni Marzagalli che ricopriva già il ruolo di vicepresidente. L’incarico al vertice durerà per il neoeletto tre anni, dal 2012 al 2014 ed è stato dato dal nuovo consiglio di amministrazione che ha anche messo Massimo Marasso e Gianluigi Biestro alla vicepresidenza. 

La cabina di comando Marzagalli  va ad occuparla in un periodo in cui sono state conferite al Consorzio nuove competenze ed un ruolo erga omnes dal Ministero dell’Agricoltura. Una regia con più responsabilità e calata in uno scenario che vede in  questo comparto enologico in costante crescita oltre confine. Su 106 milioni di bottiglie di Asti e Moscato d’Asti Docg prodotte ben l’85% viene infatti esportato, secondo i dati aggiornati al 2012. 
 
Le sfide in programma, come anticipa proprio il neo presidente, porteranno ad azioni e progetti rivolti principalmente alla promozione del territorio nei bacini emergenti. Lo ha reso noto nelle sue prime dichiarazioni avvenute subito dopo l’investitura, anticipando così la linee guida : “Bisogna elevare l’immagine dell’Asti Docg che oggi è al di sotto delle sue potenzialità, sia economiche che di percezione in quei Paesi dove è sconosciuto. Penso all’Estremo Oriente, all’Asia dove ci sono grandissime opportunità di evoluzione commerciale”.

Marzagalli assume la nomina con piglio manageriale, forte dell’esperienza maturata che oggi lo vede dirigente nel gruppo Campari, presidente della casa vinicola Sella & Mosca e  membro del “sindacato A” della Federvini. Il campo internazionale è poi il terreno sul quale ha formato il curriculum da grande manager, già giovanissimo dirigeva negli Usa maxi estensioni di coltivazioni nel Phoenix, a San Diego e in Arizona e si occupava di zootecnia in Canada.
 
“Conosco benissimo i mercati esteri e le loro dinamiche; sono convinto che queste esperienze, maturate sul campo in modo diretto, siano un contributo utile per le sfide future a cui è chiamato il Consorzio. Poi– ha aggiunto – non ho interessi diretti nel settore vitivinicolo e questo, credo, mi pone in condizione privilegiata. Ho lavorato e lavoro per un grande gruppo del beverage che è italiano e ha sempre fatto della qualità e dell’immagine la sua bandiera. Sono valori che si identificano con quelli del Consorzio dell’Asti. Sono abituato a gestire e sviluppare le imprese di cui mi occupo. Ecco voglio essere il presidente di tutti, delle Case spumantiere e della parte agricola, ma prima di tutto voglio essere il presidente-manager dell’Asti e del Moscato d’Asti, affinché questi due vini e l’intera loro filiera si sviluppi in modo virtuoso e soddisfacente per tutti i protagonisti che ne fanno parte”.
 

C.d.G.