Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 73 del 07/08/2008

L’INIZIATIVA Barilla scommette sul cous cous

07 Agosto 2008
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    L'INIZIATIVA

cous_cous73.jpgIl colosso agroalimentare di Parma punta sulla semola e diventa main sponsor della prossima rassegna di San Vito

Barilla scommette
sul cous cous

Non solo pasta. Barilla scommette pure sulla semola. Segno che le abitudini alimentari cambiano e che la presenza sempre più massiccia di comunità straniere nel nostro Paese impone un’offerta diversa. Una scommessa che vede il colosso agroalimentare di Parma diventare main sponsor del prossimo Cous cous fest, la più importante rassegna sulla semola che ogni anno a fine settembre organizza la società Feedback a San Vito Lo Capo, in provincia di Trapani.

«Da qualche anno Barilla è attenta alle nuove proposte che offre il mercato, alle esigenze delle famiglie che per noi non sono consumatori, né clienti – spiega Giuseppe Coccon, da 4 anni responsabile media relations del gruppo Barilla – ma gruppi di persone. La scelta di lanciare il cous cous come anche il grano, l’orzo e il farro che sono alternative al piatto di pasta è un po’ nel nostro dna». Coccon scende nel dettaglio: «Siccome le persone hanno sempre meno tempo da dedicare in cucina, il fatto di offire un servizio, un piatto precotto, è importante. Stiamo attenti inoltre a quelli che sono i cambiamenti sociali. Il cous cous è un prodotto che vendiamo molto nel Sud e nel Nord Italia. Non è casuale che in queste zone ci siano comunità numerose che provengono dal Nord Africa, area del mondo dove si consuma molto cous cous. Non siamo ai livelli della Francia ma ormai questa pietanza è entrata nelle tradizioni italiane».
Il Cous cous fest coinvolgerà in questa undicesima edizione otto Paesi. Barilla avrà un grande spazio all’interno della manifestazione, come spiega Enrico Vecchioni di Feedback, la società che organizza il festival. Aggiunge Vecchioni: «La decisione di Barilla di diventare main sponsor è la testimonianza che il Cous Cous fest è diventata una manifestazione di fama internazionale».
Piuttosto viene da chiedersi come mai Barilla non ha mai pensato di aprire uno stabilimento in Sicilia, regione dove i consumi di pasta sono significativi. «Non c’è mai stata l’opportunità per farlo – dice il responsabile delle relazioni con i media – ma siamo consapevoli che il Sud Italia per noi è assolutamente strategico». A proposito, consumi in calo? «Macché – dice Coccon – è vero il contrario. I consumi sono tornati a crescere sopo 10 anni. E la ragione è semplice. Anche ammettendo l’aumento di 50 centesimi al chilo, un piatto di pasta con sugo di pomodoro e un po’ di parmigiano reggiano costa 30 centesimi. Esiste un piatto più completo e conveniente?».
Ed ecco qualche cifra del colosso Barilla: fatturato 4,2 miliardi di euro, presente in 100 Paesi, leader mondiale della produzione di pasta secca, 18 mila dipendenti, 14 stabilimenti in Italia. La pasta è un quarto del fatturato. Insomma, per la Barilla il futuro è ancora a forma di spaghetti.

F. C.