Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 75 del 21/08/2008

LA LETTERA Ristoranti e conto a sorpresa

20 Agosto 2008
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    LA LETTERA

ristorante_75.jpgPer evitare “batoste” inaspettate la soluzione è il preventivo: chiedere in anticipo il costo del proprio menu

Ristoranti e
conto a sorpresa

di Giovanni Franco

Caro Fabrizio, vorrei illustrarti una mia proposta contro le sorprese che possono riservare i ristoranti. Da sempre, come vedevo fare a mio padre, al momento di pagare il conto senza esitazioni mettevo le mani nel portafoglio e lo saldavo.

Ma lentamente ho capito che il comportamento che impone noblesse oblige, il motto tratto dalle “Maximes et Réflexions” (1808) del duca Gaston de Lévis , in qualche caso è meglio metterlo da parte. E l’ultimo caso dei panini con il salame e mozzarella venduti per 30 euro in un bar del centro di Tusa a due turisti di origine siciliana, cittadini britannici e residenti in Germania, e a un piemontese ne è la conferma. E così, per evitare una cattiva digestione dopo i pasti “salati” si potrebbe introdurre “il preventivo”. Già, così come si fa per gli alberghi, i viaggi o per le prestazioni professionali e nel campo dell’edilizia si potrebbe chiedere per telefono o ancora meglio via e mail ai ristoratori o ai titolari di esercizi commerciali specializzati nella ristorazione quanto verrebbe a costare cenare in due, mangiando ad esempio, due piatti di pasta con le sarde e per secondo una cernia dal peso di tot grammi cucinata all’acqua pazza. Bevendo un Chianti classico Rocca della Macie del 2005 e gustando per dessert un tortino al cioccolato e una mousse di panna cotta. Nel preventivo dovrà essere indicato anche il costo del servizio, il cosiddetto coperto.
La mancia naturalmente resta a discrezione del cliente. In questo modo accettando il prezzo da pagare si assaporeranno i cibi con maggiore serenità. E soprattutto a fine pasto non arriverà l’immancabile domanda di mia moglie “quanto hai speso?”. E non vi sarà la mia immancabile risposta di una cifra decurtata del 30 per cento. Non perché la mia consorte dia eccessivo peso al denaro, ma per non fare io la figura del “pollo” dopo aver pagato una cifra stratosferica per una cena al lume di candela o in una trattoria dove “una volta i prezzi erano bassi, ma ora dottore con l’euro non si ragiona più…”. Lo so è un po’ squallido parlare di soldi di fronte a quei magnifici manicaretti da nouvelle cucine che ti lasciano tanta fame dopo averli assaporati ma “una volta i prezzi erano bassi, ma ora caro Fabrizio con l’euro non si ragiona piu’…”.