Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 126 del 13/08/2009

VIVERE DI VINO Vanno di moda le botti grandi

13 Agosto 2009
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VIVERE DI VINO

A Marsala i Li Causi producono barrique e non solo. Pochi i clienti siciliani. Il sogno nel cassetto? Tornare a produrre botti per la cantina Florio”

Vanno di moda
le botti grandi

Costruire botti. Una tradizione di famiglia, cinque generazioni per Girolamo Li Causi (nella foto a sinistra) che ha preso le redini dell’azienda. Attività nata nei primi decenni dell’800 nel territorio marsalese. “Artisti-artigiani” si definiscono. Le loro botti sono il frutto del connubio tra tradizione e innovazione.


Si potrebbe dire che è l’unica realtà di mastri bottai sopravvissuta in Sicilia. Perché di sopravvivenza si tratta, come ci racconta Girolamo Li Causi, “ma amo e credo in quello che faccio sull’esempio di mio padre Giuseppe”, che infatti ancora continua a lavorare senza sosta “Nelle sue vene – commenta il figlio – non scorre sangue ma tannini”. Ed a Girolamo, durante una visita nella sua azienda, abbiamo fatto qualche domanda su quest’arte antichissima.

Quante botti producete al giorno?
“Di sole barriques, quaranta al giorno”.

Dunque la barrique francese è il prodotto che più si vende?
“In realtà in quest’ultimo periodo è più richiesta la botte grande. Da venti ettolitri o addirittura da trentacinque”.

Come mai?
“Soprattutto per la produzione di vini rossi dove si sfrutta il cosiddetto effetto di caduta”.

Ma anche perché è più longeva.
“Esatto, una barrique francese dura infatti soltanto tre anni”.

I prezzi?
“Seicento euro la barrique, tredici mila euro una botte da trentacinque ettolitri”.

In questo periodo di crisi, sono molte le richieste per la riparazione delle botti?
“Sì, sono aumentate notevolmente. Si preferisce riparare piuttosto che acquistare”.

Ma su cento clienti, quanti sono i siciliani?
“Purtroppo la percentuale è molto bassa, lavoriamo soprattutto con le aziende estere. Solo venti su cento sono le aziende siciliane che si rivolgono a noi”.

Eppure la figura del mastro bottaio un tempo era importante in Sicilia.
“È un’arte-mestiere che in trent’anni ho visto lentamente morire. Oggi noi siamo l’unica realtà siciliana dove lavorano i figli d’arte. Prima si contavano ben cinquecento bottai”.

Ma qual è il vino preferito per lei che produce botti?
“Un vino sicuramente molto strutturato, corposo”.

E la zona della Sicilia, secondo lei, dove si fa il vino più buono?
“Sicuramente tra Trapani e Ragusa”. 

Risposta sornione, ce lo aspettavamo. E il sogno nel cassetto?
“Ritornare a produrre botti per la cantina Florio. Un’azienda importante per la storia del vino in Sicilia, per me e la mia famiglia”.

 

Sandra Pizzurro