Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 3 del 05/04/2007

L’EDITORIALE: Da Verona con ottimismo

05 Aprile 2007

    L'EDITORIALE

L'ente Fiera soddisfatta: buyers esteri cresciuti del quindici per cento

Da Verona con ottimismo

Si chiude il Vinitaly, il bilancio delle cantine tra affari e passerelle

Racconta Andrea Vesco, titolare di una cantina storica come la Rallo di Marsala: “Il Vinitaly è una grande passerella.

Si fanno meno affari, nel senso che gli accordi si concludono prima, dopo o altrove, ma Verona resta una tappa irrinunciabile. I cinque giorni della fiera sono il suggello di come il vino sia diventato un fenomeno di costume”.
Spiega Calogero Todaro, patron assieme a Nicola Colombo, che è l'enologo, di Feotto dello Jato, azienda emergente siciliana di San Giuseppe Jato: “La missione Vinitaly costa in media, per cantine come la nostra, circa 15 mila euro, tra stand, viaggi, soggiorno, eccetera. Non è poco ma Verona è una tappa d'obbligo. Ed il costo stimato non include le circa 450 bottiglie offerte nelle degustazioni in 5 giorni”.
Piccole fotografie al ritorno da Verona, considerazioni e immagini che confermano quanto importante sia Verona ma anche che il business to business non è più quello di una volta nella città di Giulietta e Romeo. Un po' perché di fiere ce ne sono tante, (poco prima il Pro Wein, a giugno Vinexpo), un po' perché i buyers girano il mondo e le cantine tutto l'anno a caccia di affari, un po' perché – come dice Vesco il vino oggi è un fenomeno di costume. Per cui il Vinitaly sta al vino come le sfilate di moda a Milano in cui gli stilisti presentano i nuovi capi d'abbigliamento per le stagioni a venire. Tutto questo forse spingerà i produttori a una riflessione: quella che parole come marketing e comunicazione non possono restare sulla carta, un guscio vuoto. Anzi più incisiva sarà la strategia di una cantina , piccola o grande che sia, più efficace sarà la commercializzazione. Almeno per l'esperienza siciliana.
Poi, a guardare i dati dell'ente fiera di Verona, il bilancio è positivo: i buyers esteri hanno toccato quota 38 mila nei 5 giorni del Vinitaly contro i 33 mila dell'anno scorso su un totale di 150 mila. Mentre, è utile ricordare che la 41° edizione ha visto la partecipazione di 4.300 aziende da più di 30 Paesi su 86 mila metri quadri. Tanto da far dire con orgoglio al presidente di Veronafiere, Luigi Castelletti, che il trend di crescita del Vinitaly è del 5 per cento all'anno contro l'1-2 per cento di altre rassegne simili. Insomma il vino, soprattutto quello italiano, almeno al Vinitaly non conosce crisi. Non tutti i produttori di vino potranno sfoderare tanta soddisfazione, ma l'idea di fondo è che il peggio sembra passato.

F. C.