Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 5 del 19/04/2007

LA SOLIDARIETÀ: Da Modica, una storia dolce di speranza e di bontà

18 Aprile 2007
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    LA SOLIDARIETÀ
Nella casa d’accoglienza “don Pino Puglisi” realizzato un laboratorio di pasticceria per le ospiti. La materia prima utilizzata proviene dalla rete del commercio equo e solidale

Da Modica, una storia dolce
di speranza e di bontà

Energicamente, con un martello e un grande coltello, spaccano in tanti piccoli pezzi la pasta di cacao, che poi, come sanno fare solo a Modica, la “città della Contea”, diventerà quel cioccolato così rinomato in tutto il mondo che lo stesso Sciascia definiva di “inarrivabile sapore, sicché a chi lo gusta sembra di essere arrivato all’archetipo, all’assoluto”.

cioccolato.jpgA lavorare le enormi masse di cacao ogni giorno sono le ospiti del laboratorio dolciario della Casa di accoglienza don Puglisi. Un luogo dove tradizione, qualità e solidarietà seguono lo stesso cammino. Un posto unico  che non lascia indifferenti. “In questa casa enorme, luogo di affetti e di calore – spiega Maurilio Assenza, responsabile del centro – vivono donne senza famiglia, che portano il peso enorme di nodi affettivi, con in più bambini avuti in genere senza aver sviluppato una maternità consapevole. La casa per loro – continua Assenza – è un luogo importante: qui trovano persone in grado di fornir loro il supporto giusto per superare i baratri esistenti nelle loro vite”.
Da qualche anno si è avviato il laboratorio dei dolci per offrire alle ospiti un’opportunità di educazione al lavoro.  Il laboratorio produce biscotti e dolci della tradizione modicana, rispondendo a tutti i requisiti necessari e puntando sulla qualità. A dare valore aggiunto alla loro bontà, il fatto che le materie prime utilizzate provengono dalla rete del commercio equo e solidale soprattutto per le tavolette di cioccolata, come a voler chiudere un cerchio attraverso il recupero di frammenti di un percorso che dal Messico pre-colombiano è arrivato fino a Modica. La metodologia di produzione è vicinissima a quella attuata dagli Aztechi alla scoperta del “Nuovo Mondo”. Si parte da una massa di cacao (semi macinati e tostati) non privata del burro di cacao che contiene. La massa viene riscaldata per renderla fluida, poi viene aggiunto zucchero semolato e spezie (cannella o vaniglia). Il composto ottenuto viene mantenuto a una temperatura che non fa sciogliere i cristalli di zucchero, i quali così restano integri all’interno della tavoletta. Il tutto poi viene amalgamato per mezzo di una raffinatrice.
La fase finale consiste nel distendere il composto su degli stampi che verranno poi battuti per far sì che il cioccolato assuma la forma desiderata. La particolare lavorazione “a freddo” di questo cioccolato permette di mantenere intatti gli aromi che altrimenti sarebbero destinati a scomparire. Dunque niente burro o altre sostanze come grassi vegetali o lecitina, ma solo massa di cacao, zucchero e spezie, ingredienti che nel laboratorio don Giuseppe Puglisi provengono proprio da cooperative del commercio equo: la pasta amara dalla coop Funorsal dell’Ecuador, le spezie da Podie (Sri Lanka), lo zucchero di canna da Copeagri (Costa Rica).

Gianna Bozzali