Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 56 del 10/04/2008

L’EDITORIALE Ragionando sul Vinitaly

09 Aprile 2008
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    L'EDITORIALE

Tempo di bilanci per le cantine dopo la fiera veronese. Americani assenti tra gli stand, pochi vinitaly_hp_2_56.jpggli altri stranieri, ma la Sicilia piace e continua a destare interesse. Ecco perché

Ragionando
sul Vinitaly

di Fabrizio Carrera

Cinque giorni di assaggi e strette di mano, di bottiglie stappate e possibili affari. Il Vinitaly chiude i battenti e per le aziende vitivinicole è tempo di bilanci. Com’è andata? La Sicilia piace ancora?

Non è facile raccogliere un dato certo, tuttavia si può azzardare qualche sensazione. Intanto il padiglione 2, dove erano radunate ben 263 aziende, ha fatto ancora una volta la sua bella figura. Stand tutti uguali dove prevaleva il bianco. Poi ogni azienda ha personalizzato gli spazi come credeva. E il nostro plauso va all’azienda Baglio di Pianetto che, secondo noi, ha creato l’allestimento più bello (moderno e originale). Ma il Vinitaly, ovviamente, non è solo l’aspetto estetico. E’ soprattutto il business to business, gli affari, le conoscenze. Diciamo la verità: non abbiamo visto la folla degli altri anni, soprattutto il giovedì e il venerdì, che per certi verso sono i giorni dedicati agli addetti ai lavori. E qualcuno conferma che di vinitaly_56.jpgamericani non si è vista nemmeno l’ombra (e si può capire vista la crisi economica che stanno attraversando), che i tedeschi sono stati pochini, che i giapponesi c’erano ma erano anche un po’ allarmati per le notizie riportate sull’Espresso e su un presunto maxi giro di sofisticazioni che tocca Veneto, Puglia e qualche altra regione. Un polverone, senza nomi, che fa certo male all’immagine del vino italiano ma non bisogna preoccuparsi. Chi produce qualità e crede fermamente che il vino buono non conosce scorciatoie, non ha nulla da temere. In ogni caso la percezione finale è che la Sicilia del vino ancora oggi tiene la barra, intriga, piace. In un momento difficile come quello che sta vivendo il nostro Paese, in un momento in cui non si fa parlare altro che di consumi di vino in calo, la Sicilia si è presentata al Vinitaly con un numero sempre crescente di aziende, con novità enologiche sempre interessanti, con una qualità che ancora riesce a collocarsi sui mercati a prezzi accessibili. Certo, qualcuno lamenta un calo di vendite in Italia (succede a qualche marchio blasonato) subito compensato da una crescita dell’export, qualche altro è deluso dalle aspettative della fiera veronese, qualche altro ancora teme che i tanti contatti non si traducano in contratti. I più entusiasti erano gli esordienti, che per la prima volta affrontavano la kermesse scaligera. Perché le novità spesso piacciono. Ed è su quello che la Sicilia del vino deve insistere. Qualcosa di nuovo da proporre. Sempre. Un’idea, un vino, un depliant, un poster. Perché talvolta le nuove annate non bastano. E la nostra regione, ne siamo fermamente convinti, ha ancora molte cose da dire. Siamo appena all’inizio.