Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 111 del 30/04/2009

IL DIBATTITO “Il nome Sicilia sia sinonimo di qualità”

30 Aprile 2009
ricci ricci

IL DIBATTITO

Riccardo Ricci Curbastro dice la sua sulla Doc unica: “Bisogna capire se il successo del Nero d’Avola può essere gestito con l’imbottigliamento entro i confini regionali”

“Il nome Sicilia
sia sinonimo
di qualità”

Non sembra entusiasta, anche se da “uomo delle Doc” e soprattutto da produttore lombardo a stroncare la denominazione unica siciliana non ci pensa neppure. Riccardo Ricci Curbastro, presidente di Federdoc e proprietario di un’azienda in Franciacorta, dice la sua sulla proposta della Doc Sicilia.

La Doc Sicilia, adesso, è molto più di una proposta. Cosa ne pensa?
“Federdoc non ha potere in merito né possibilità di poter incidere su queste decisioni, perché la Doc, e questo è il bello, nasce dal basso dai produttori. Io sono presidente di Federdoc e soprattutto non produco in Sicilia, non sarebbe corretto dare un giudizio”.

Pensa che il nome Sicilia potrebbe attrarre il mercato?
“Il nome Sicilia ha un enorme potere, anche d’immagine, conosciuto in tutto il mondo. Quindi qualsiasi coinvolgimento di questo brand deve avere come obiettivo l’altissima qualità”.

Che fine farà l’Igt?
“Inutile negarlo, Igt Sicilia vuol dire soprattutto Nero d’Avola. Bisogna capire se questo successo può essere gestito con l’imbottigliamento entro i confini regionali, così come previsto dal disciplinare della Doc unica”.

Ma la gente va ancora alla ricerca delle denominazioni?
“Ritengo di sì, sono sempre convinto che le Doc siano il grande patrimonio di questo Paese, perché rappresentano il territorio, lo identificano. E l’Italia è fatta da tanti territori. Va di moda il federalismo ma nel vino, nella cultura del cibo, nel nostro modo di essere, nei nostri dialetti, c’è tanto federalismo, c’è tanta cultura locale e il vino lo rappresenta in pieno. È chiaro che a fianco a questi prodotti abbiamo anche prodotti che, viceversa, sono in grado di competere con quelli del nuovo mondo che sono sostanzialmente vini a base di varietà. Il Pinot grigio è una grande risposta al successo del Sirah o del Cabernet sauvignon australiani. Vorrei dire anche Nero d’Avola, ovviamente”.

In Sicilia di Doc ce ne sono 22. Qualcuno dice che sono troppe.
“Innanzitutto, al di là della Sicilia, forse 356 denominazioni quante sono quelle italiane, sono comunque troppe a livello nazionale e lo dico da presidente della Federazione delle denominazioni. C’è stata una rincorsa al particolarismo e tante volte il particolarismo non aiuta sul mercato”.
 

M.V.