Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 111 del 30/04/2009

IL VIAGGIO La cucina giapponese in 10 piani

30 Aprile 2009
Kyoto Kyoto

IL VIAGGIO

L’Ajibil è un ristorante di Kyoto, un grande edificio che offre dieci menù diversi dove poter gustare prodotti tipici. E c’è anche il barbecue dove il cliente arrostisce la carne

La cucina giapponese
in 10 piani

Al palato non si comanda. La cucina giapponese, dunque, può piacere oppure no. È però indiscutibile che le opportunità per cibarsi in estremo Oriente non mancano.

Passeggiando per Kyoto, per esempio, non si può ignorare la caterva di ristorantini e pub luccicanti sparsi un po’ ovunque, che per il turista sono un vero e proprio invito a nozze. E se per caso quello stesso turista in quel momento è distratto, così da non notare che lì accanto c’è un locale dove potersi sedere e gustare un piatto tipico, allora intervengono i “promoter” della cucina giapponese, sistemati all’ingresso con lo scopo di catturare il passante di turno, straniero soprattutto. Gli sorridono, poi gli fanno l’immancabile inchino, e se per caso il turista è ancora immerso nei propri pensieri, allora lo richiamano all’ordine con un “ohayou gozaimasu”, un saluto pronunciato con enfasi e con un ritmo quasi musicale.
Capita così di essere invitati a entrare nel Kyoto Ajibil Kawaramachi, dove Kawaramachi è il nome della strada in cui si trova, l’arteria che porta all’antico e caratteristico quartiere di Gion. A Kyoto si possono trovare tipi di cucine differenti, alcune delle quali si discostano da quella tradizionale giapponese. Per esempio ci sono la cucina per i cortigiani “Yusoku ryori”, la cucina nata dalla cerimonia del tè “Kaiseki ryori” e la cucina dei monaci buddisti “Shojin ryori”. Nel Kyoto Ajibil ci si rende conto della vastità della scelta. Dieci piani, ovvero dieci ristoranti, ognuno dei quali ha una sua peculiarità. Un po’ tutti però seguono un indirizzo comune: valorizzare il sapore dei prodotti freschi di stagione, soprattutto le verdure di Kyoto. In alcuni ristoranti, per esempio, carote, pomodori, cipolle o patate sono esposte nei cartoni all’ingresso del locale. Molto più di una vetrina, un richiamo a gustarle. Sembra quasi di essere dal fruttivendolo.
Ma tornando ai dieci piani del Kyoto Ajibil. Lì ciò che colpisce non è tanto la verdura esposta all’ingresso, ma la possibilità di scelta che “il promoter” offre al cliente. Non solo sushi e sashimi, ma anche tempura e molta carne. L’ottavo piano è il più interessante. Sì, perché ogni tavolo è dotato di un barbecue, una vera e propria graticola, che il personale del locale mette in funzione non appena si prende posto. Lì non si può non ordinare carne bovina. Il cliente la riceve sul piatto, ma poi tocca a lui cuocerla. La sistema sulla griglia, facendo attenzione a non bruciarsi, e in pochi minuti il piatto è pronto. Eventuali condimenti sono sul tavolo.   
 

Gaetano Luca La Mantia