Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 159 del 01/04/2010

CIBO E STORIE Dal Brasile con sapore

01 Aprile 2010
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CIBO E STORIE

Fabrizio Giovanni Abbate è uno chef palermitano che da 14 anni vive nel Paese sudamericano. Lì ha aperto un ristorante e da allora il suo nome è nelle migliori guide sudamericane e ha ottenuto tanti riconoscimenti

Dal Brasile
con sapore

Ha portato un po’ di Sicilia in Brasile. Un po’ della cucina nostrana in Sudamerica. Fabrizio Giovanni Abbate è un chef palermitano che vive ad Arraial D’Ajuda – Bahia,da 14 anni. Lì ha messo su un bel ristorante (Restaurante Don Fabrizio) e quest’anno ha anche ottenuto il riconoscimento dal ministero del turismo come “Ristorante indicato e partecipante al progetto Economia dell’Esperienza”.

Ma non solo: la sua arte tra i fornelli ha anche portato il suo nome nelle maggiori guide turistiche del Brasile, dove viene osannata la sua “cucina moderna di ispirazione mediterranea con toccate e fughe dei prodotti locali”, come la definisce lui.
“Faccio questo lavoro da 30 anni – racconta –, ma qui in Brasile ho trovato il giusto equilibrio professionale ed ho ampliato abbondantemente le mie conoscenze. Questo Paese pur non avendo una cucina tipica nazionale riconosciuta, ha delle cucine regionali con antichissime radici come quella Paraense e Bahiana da cui si possono trarre notevoli spunti e sopratutto imparare ad usare nuovi prodotti e spezie (che poi é il cuore della cucina moderna)”.

Uno dei piatti dello chef palermitano

Oggi sfrutta la sua esperienza non soltanto nel suo ristorante. “Ho vinto diversi festival gastronomici, tengo lezioni in corsi di cucina all’Universitá federale di Salvador e faccio conferenze sull’enogastronomia”. Insomma, è uno dei tanti siciliani che un bel giorno hanno deciso di lasciare la propria terra per fare fortuna altrove. E lui ha fatto fortuna davvero, se si considera il suo curriculum. A Cronache di gusto fa un omaggio: “Un nuovo piatto che ho elaborato. É la rivisitazione di un piatto che mangiavo a casa da bambino e che, stando a quel che mi raccontava mio padre, nel dopoguerra era l’unico che si trovava la sera a cena, con i resti della pasta. Io chiaramente l’ho modificato e ne ho fatto un dessert. É una ciambella di spaghetti fritti in bianco con uovo battuto, cannella, farina e zucchero a velo. Serviti con del gelato artigianale di crema e copertura di marmellata di peperoncino dolce, che coltivo personalmente nel mio giardino di aromi”.

Gaetano La Mantia