Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 162 del 22/04/2010

L’AZIENDA La Maestrelli fa pace col Merlot toscano

22 Aprile 2010
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L’AZIENDA

La titolare dell’azienda Villa Petriolo non lo amava, ma adesso, grazie all’esperienza di Federico Curtaz, ne vinifica in purezza 1.500 bottiglie con ottimi risultati

La Maestrelli
fa pace col Merlot
toscano

Silvia Maestrelli non amava il merlot nato in Toscana, ha sempre puntato sulle varietà tradizionali nella sua azienda Villa Petriolo: Sangiovese, Canaiolo. Adesso però ha deciso di cominciare a produrlo. Sembra strano, eppure questo progetto nato per caso, grazie alla collaborazione del tecnico Federico Curtaz, si è rivelato già un grande successo. “Nella tenuta di Villa Petriolo si produceva già del Merlot dal 1990 per assemblarne un 40% all’uvaggio del Golpaia.

Poco tempo fa però abbiamo deciso di vinificarne in purezza 1500 bottiglie, così è venuto fuori un vino unico e speciale, una vera sorpresa – racconta Silvia Maestrelli con un filo di emozione – non ci saremmo mai aspettati un risultato di questo tipo”.
Il Merlot è un vitigno particolare, matura precocemente ed è rischioso da produrre perchè non assicura standard qualitativi uniformi da un anno all’altro. Vinificarlo in purezza è una sfida vera e propria ecco perchè è raro da trovare perfino a Saint Emilion. Come se non bastasse non gode di una buona fama tra gli appassionati, perchè se non viene lavorato bene rischia di essere troppo tannico e poco elegante. “Abbiamo superato il luogo comune relativo al Merlot producendo l’esatto opposto di ciò che chiede il mercato. Siamo convinti che il mondo del vino sia fatto di uomini e di luoghi, il vitigno è solo uno strumento – spiega l’enologo Curtaz –. Credo inoltre che questo vino si sia posizionato al limite tra l’eleganza e la consistenza”.
Ser Berto, questo è il nome dell’etichetta, è stato dedicato al marito di Silvia Maestrelli grande amante del Merlot, ed al padre di Leonardo da Vinci, di cui porta l’appellativo “ser”. L’affinamento avviene in tonneau di legno nuovo da 500 litri per 15 mesi, per garantire un bilanciamento tra l’irruenza del tannino e l’invadenza del legno. “Il risultato è un vino molto piacevole, con un tannino fitto e setoso e strettamente legato all’ossigeno. Il legno si porta a spasso questo vino nel tempo”, racconta Curtaz.
A confermarne la particolarità un dato relativo alle vendite, la metà del totale delle bottiglie è già stato venduto en primeur a degli importatori francesi che lo porteranno dritto dritto a Parigi. Sarà invece disponibile sul mercato tra ottobre e novembre.  
Una bella soddisfazione per Silvia Maestrelli, che potrà pensare di aver conquistato perfino i palati francesi con il proprio Merlot. “In realtà – rivela la produttrice -, la vittoria più grande è quella di aver fatto pace con il Merlot”.

Laura Di Trapani