Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 163 del 29/04/2010

L’INTERVENTO Vino, la strategia smarrita in Sicilia

29 Aprile 2010
spadafora spadafora

L’INTERVENTO 

Francesco Spadafora: “Anni fa partimmo col piede giusto, ma adesso nella nostra Isola ognuno cammina per la sua strada” 

Vino, la strategia
smarrita in Sicilia 

di Francesco Spadafora

Finita la sbornia del Vinitaly, ecco che mi trovo a ripensare a quella breve tavola rotonda sulle analogie o differenze tra le realtà piemontesi e siciliane. Il mio fu un intervento assolutamente banale, ma, ripensandoci, sono altre le cose, che in un contesto dialettico avrei voluto dire.


Io faccio parte della generazione di produttori nati nei primi anni 90, infatti, le prime prove furono del 91 e poi la prima bottiglia che sento veramente mia è del 93. Lo sforzo intellettuale che fece la Sicilia allora fu enorme e tutto questo fu possibile grazie all’intervento dell’Istituto Regionale Vite e Vino e dell’allora assessore regionale dell’Agricoltura.
La Regione, ed è la premessa per spiegare che esiste una analogia tra regioni agricole come Piemonte e Sicilia, attrezzando il territorio con una serie di campi sperimentali sparsi sul territorio e con la creazione di una cantina sperimentale incaricata di vinificare le varie produzioni di questi campi, dimostrò quella capacità che permise a tutti noi di parlare di vino. Quindi oltre all’analogia del fare bene, ci fu il fatto che a dirigere la cantina sperimentale fu chiamato Giacomo Tachis, l’enologo per eccellenza allora, guarda caso piemontese. Io credo che nessun produttore serio possa negare tutto questo.
Siamo partiti col piede giusto, avevamo le informazioni necessarie, stavamo creando cultura, abbiamo cavalcato tutto questo per una quindicina di anni e poi abbiamo pensato che la verità l’avessimo solo noi e che addirittura avessimo creato il gusto del vino siciliano.
Ora cerchiamo compratori, “aiutati”dalla crisi internazionale, abbiamo mortificato la produzione e si porta avanti il progetto della vendemmia non vendemmia e quindi pagata un’uva che non si produce. Abbiamo invaso il mondo di prodotti ben al di sotto del prezzo minimo per vivere e mandato il messaggio che il vino può essere considerato una bevanda per tutti i gusti.
Il Piemonte serio è fatto da agricoltori seri che lavorano la terra e producono dalla stessa uva diversa a distanza di pochi chilometri. Noi, invece, pensiamo che l’uva è della Sicilia a prescindere da quale parte della regione arrivi. Il risultato di tutto questo è che ormai ognuno cammina per la sua strada e le prime lotte sono quelle interne, questo perchè, comunque, la produzione va smaltita. Non esiste una strategia, non si lanciano più messaggi sulle prerogative di una zona piuttosto che un’altra, anzi al contrario si comunica che una Doc generica possa essere la panacea di tutti i mali.