Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 90 del 04/12/2008

VIVERE DIVINO L’uomo dello Champagne

04 Dicembre 2008
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VIVERE DIVINO

Sergio Merlo, rappresenta la D&C nell’Isola. “La Sicilia è un micro continente per la produzione, c’è ancora tanto da scoprire”

L’uomo dello Champagne

Ama le bollicine ma anche i vini che sanno esprimere il territorio, preferisce girare alla larga da espressioni come “aperitivo rinforzato” o “wine bar” ed è convinto che la Sicilia del vino possa fare ancora tanto, tantissimo. Sergio Merlo, 53 anni, palermitano preferisce non parlare di sé come “uomo di vino” ma come un “commerciale”.

Eppure da 14 anni le bollicine francesi che bevono i siciliani passano per buona parte dalle sue mani, perché Merlo fa parte dell’area manager per Sicilia e Calabria della D&C di Bologna prestigiosa casa di distribuzione. Da lui passano firme del calibro di Laurent-Perrier.

Com’è cominciata quest’avventura?
“Lavoro da 14 anni per D&C dove sono arrivato per canali diversi, dal mondo dolciario, prima ancora mi occupavo di spettacolo. Adesso il mondo enogastronomico è la mia vita”.

Innamorato del suo lavoro.
“Coniugo bene il lavoro con una mia passione personale, sono fortunato. Mi piace quello che vendo ma anche l’approccio con la gente con cui si ha a che fare. Vendere vino non è come vendere altri prodotti”.

La Sicilia che mercato è?
“Ogni area è una realtà diversa: forze e debolezze nei vini vengono fuori in modo più marcato. I prodotti del territorio si vendono meglio e in Sicilia per anni non si poteva parlare di vini che non fossero dell’Isola: un errore. Bisogna guardare anche le altre realtà e fare un confronto”.

Quali sono i rischi di questo atteggiamento.
“Di bere peggio. Non dico di non bere siciliano ma lo si può fare meglio se si conosce anche altro. La Sicilia è un micro continente per la produzione, c’è ancora tanto da scoprire”.

È cambiato il suo lavoro negli ultimi anni?
“Si è tanto parlato del boom del vino siciliano e del vino in generale che ha portato a un’evoluzione e ad una spinta nei consumi però è stata generata anche tanta confusione”.

Che vini beve?
“Le bollicine francesi e i vini del territorio, amo molto la mineralità di quelli dell’Etna”.

Mi parlano di una citazione cui è particolarmente affezionato.
“Sì, la tiro fuori alle degustazioni quando sono troppo formali, per rompere il ghiaccio: il vino è convivialità. Anche il consumo dello Champagne deve essere informale, se la tasca lo permette”.

La citazione?
“Sì, è di Lorenzo Stecchetti, esponente della Scapigliatura milanese, fa più o meno così: ‘Quando mi toccherà da morire voglio essere sepolto nella nuda terra, e sulla mia tomba non voglio piantata una croce ma una vigna perché io abbia da restituire al mondo qualcosa di quello che mi son bevuto”.

Bellissima, grazie.

M.V.