Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 91 del 11/12/2008

IL CASO “Consumate il made in Sicily”

11 Dicembre 2008
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IL CASO

Il presidente della Cia Carmelo Gurrieri: “Maiali alla diossina? Nessun rischio dalle nostre parti. Ma è sempre meglio controllare l’etichetta e preferire i prodotti tipici”

“Consumate
il made in Sicily”

“Non c’è nessun allarme maiali e bovini alla diossina irlandesi in Italia ed ancor meno in Sicilia”. Parola di Carmelo Gurrieri (nella foto), presidente della confederazione italiana agricoltori Sicilia.


Da settembre ad oggi sono state sequestrate in territorio nazionale 42 partite di carne di maiali irlandesi risultati positivi ai test sulla diossina. Le regioni coinvolte sono state Lombardia (in testa con 23 sequestri), Emilia Romagna, Calabria, Veneto, Lazio, Puglia, Basilicata e provincia di Trento. Ed è poi emersa la notizia che il mangime alla diossina responsabile dell’avvelenamento nei maiali irlandesi sia causa della contaminazione di alcune mandrie di bovini. “Non bisogna creare allarmismi – avverte Gurrieri – per il semplice fatto che non ne esiste alcuna motivazione. I controlli in Italia sono ferrei. In Sicilia il problema è praticamente inesistente, nel senso che l’importazione di carni suine non è alta perché numerosi sono gli allevamenti autoctoni. Per quel che ci risulta poi, le importazioni non provengono tanto dall’Irlanda quanto invece da Francia e Spagna”. Stesso discorso per i bovini: “La stragrande maggioranza – dichiara il presidente regionale della Cia – viene dalla Francia ed è allevato in Italia. Il sistema dei controlli, inoltre, soprattutto dopo il caso ‘mucca pazza’ si è molto affinato per garantire la tracciabilità ma anche l’onesta dei produttori. Il meccanismo di controllo non è una barriera ma una garanzia per il consumatore”.
La precauzione però è d’obbligo. Per prevenire, dunque, basterà controllare l’etichetta delle carni che si vogliono acquistare o orientarsi verso i consumi d’eccellenza come il suino nero dei nebrodi o i salami di San Fratello. “L’invito – conclude Gurrieri – è cioè quello di consumare made in Sicily. I nostri prodotti, infatti, al contrario di quel che avviene spesso nel nord Italia sono allevati addirittura allo stato brado, un fatto che ne garantisce due volte la genuinità”.
 

Pi. Zag.