Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 91 del 11/12/2008

IL PRODOTTO Pesce azzurro nelle arancine

11 Dicembre 2008
Di_Benedetto_Patrizia Di_Benedetto_Patrizia

IL PRODOTTO

I prodotti tipici di Santa Lucia preparati dallo chef del Bye Bye Blues di Palermo Patrizia Di Benedetto. “Saranno utilizzate triglie, alici o spatola”

Pesce azzurro
nelle arancine

Il pesce azzurro nelle arancinette. Neanche i ristoranti più raffinati rinunciano alle contaminazioni culinarie di Santa Lucia, uno degli appuntamenti gastronomici più attesi dai palermitani. Così, per esempio, per la cena del 13 dicembre, Patrizia Di Benedetto, chef del Bye Bye Blues, preparerà il piatto simbolo della festa senza però rinunciare al pesce fresco, zoccolo duro del menù del locale di Mondello.


Le piccole arancine saranno guarnite col pescato di giornata. “Triglie, alici o spatola, dipende da quello che arriva – dice la cuoca – ma rigorosamente pesce azzurro”.
Arancine ma non solo perché sono parecchie le ricette tipiche del giorno che ricorda il miracolo di Santa Lucia, secondo il quale si narra che il 13 dicembre del 1646 salvò Siracusa da una grave carestia, con l’approdo al porto di navi cariche di grano. Ai commensali di Bye Bye Blues tra le portate di benvenuto saranno anche offerti dei mini gateaux di patate farciti con un ottimo ragù siciliano. Ma è, appunto, il grano l’alimento che più si lega alla leggenda agiografica della patrona della città aretusea. “Lo serviremo dapprima bollito e condito con olio extravergine di oliva – rivela Di Benedetto – e successivamente, prima del dolce, offriremo la cuccìa con ricotta, frutta candita e scaglie di cioccolato”.
Una tradizione, Santa Lucia, che riporta Patrizia Di Benedetto, indietro nel tempo: “Quando ero bambina era una giornata molto diversa – ricorda – i panifici rimanevano chiusi e nessuno cucinava pasta. A casa mia, per esempio, si bolliva il frumento e mia madre e mia nonna mangiavano solo quello. Adesso quello che dovrebbe essere un momento religioso caratterizzato dal digiuno si è trasformato in un giorno consacrato all’abbuffata”.

Francesco Sicilia