Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 93 del 24/12/2008

LA PROSPETTIVA/1 L’export anticrisi

24 Dicembre 2008
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LA PROSPETTIVA/1

Per combattere le difficoltà economiche i produttori di vino investono sempre più all’estero. “Pagamenti più rapidi senza passare da enoteche e agenti”

L’export anticrisi

Il segreto per combattere la recessione economica e guardare al nuovo anno in chiave positiva? Gli imprenditori siciliani del vino non hanno dubbi: il segreto è guardare ai mercati esteri.

Dopo un anno all’insegna della contrazione delle vendite, soprattutto di quelle che riguardano un target di qualità medio gli imprenditori fanno i conti e meditano sulle strategie migliori per assicurarsi una buona annata per il 2009. “Siamo entrati in una fase di calo dei consumi”, dice Giancarlo Conte, vicepresidente dell’Istituto regionale della Vite e del Vino e amministratore della distilleria Trapas che produce grappe con marchio Conte Alambicco di Sicilia a Petrosino, nel Trapanese. Secondo Conte mantenere certi livelli di vendite dei prodotti sarà difficile soprattutto nel settore di vino e alcolici. “Chi poteva comprare dei vini importanti – continua il numero due dell’Irvv – certo non smetterà nel 2009. Sarà, invece, la fascia medio bassa a subire un netto calo dei consumi”. E per quel che riguarda le grappe? “In genere – spiega Conte – hanno un target medio-alto e non dovrebbero subire la recessione tanto quanto il vino”. Ad ogni modo bisogna pensare a delle soluzioni. Le proposte sono due: da un lato provare ad abbattere i costi di commercializzazione e produzione dei prodotti, dall’altro l’apertura sempre più decisa ai mercati esteri dell’Unione europea ed extraeuropei.
“La vendita negli aeroporti da parte delle stesse aziende vinicole al consumatore – dice Conte, che da 40 anni lavora nel settore vinicolo – consente di risparmiare, bypassando le enoteche o l’agente, un buon 30% del costo della bottiglia”.
Più propensa all’apertura verso i mercati europei e non è la soluzione di Lillo Todaro, direttore tecnico di Feotto dello Jato: “È necessario – commenta – percorrere la via dell’estero. È lì che esportiamo il 40% della nostra produzione. Fra i paesi più gettonati Giappone, Danimarca, Belgio e Germania”.
Dello stesso avviso Marilena Barbera, amministratrice della cantina Barbera di Menfi (Ag) e presidente del Consiglio interprofessionale vini Doc e Igt della provincia di Agrigento: “Il 2008 è andato molto bene all’estero. Con la mia azienda abbiamo esportato il 18% in più rispetto allo scorso anno. Per il 2009 ci aspettiamo una crescita dei mercati esteri fino al 30% in più”. Ed in Italia? “La crisi – spiega ancora Barbera – è non tanto nella diminuzione delle vendite, il problema sono i pagamenti. La nostra media di incassi in Sicilia, ad esempio, è a 240 giorni dall’emissione della fattura. Per quanto ci riguarda, dunque, la contrazione delle vendite italiane non riguarda la minore richiesta di bottiglie ma da una nostra scelta aziendale”.

 

Piera Zagone