Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 142 del 03/12/2009

LA NOVITÀ Rinasce il Moscato Zucco

03 Dicembre 2009
moscato moscato

LA NOVITÀ

A riprodurlo è l’azienda Tola di San Giuseppe Jato (Palermo). La presentazione al Vinitaly. L’amministratore: è un vino da bere dopo i pasti

Rinasce
il Moscato Zucco

L’azienda vitivinicola Tola di San Giuseppe Jato, nel Palermitano, fa rivivere l’antico e quasi scomparso Moscato Zucco. Mimmo Tola, amministratore dell’omonima azienda vinicola, racconta di come è nata l’idea di riproporre quel moscato tanto famoso e apprezzato fino a due secoli fa, e scomparso dal circuito commerciale da ormai quasi trent’anni: “E’ da anni che lo conosciamo, lo studiamo e lo abbiamo qui vicino a noi.

Ho preso questa decisione di riprodurre il Moscato Zucco con due miei amici. Ci avevo pensato già qualche tempo fa, ma senza impegno e adesso dopo varie ricerche sulla storia e vista la possibilità di riprodurlo grazie ai vecchi vigneti rimasti nei pressi della nostra zona, abbiamo deciso di partire con questo progetto. Abbiamo più di mille piante, le abbiamo curate e stiamo facendo delle prove”.
Poi descrive il prodotto: “Il Moscato Zucco è un prodotto molto particolare, è delicato, dolce e profumato, è diverso dal Moscato di Pantelleria – tiene a precisare -. Si stava perdendo e c’era il rischio che scomparisse definitivamente. Risale ai tempi del principe Enrico Luigi d’Orleans duca d’Aumale. In contrada Zucco avevano creato una linea ferroviaria proprio per trasportare le uve, ma ormai è in disuso e ci vogliono grossi investimenti per riportarlo a com’era un tempo”.
Una scommessa, dunque, riesumarlo. “Se avrà successo? Sicuro  – dichiara Mimmo Tola -, perché come qualsiasi altro prodotto che ha una storia alle spalle, suscita curiosità e diventa prezioso, anche perché di questa tipologia d’uva ce n’è poca e non in ampia scala”.
Alla domanda quante bottiglie saranno prodotte e quale sarà il prezzo, l’amministratore dell’azienda vitivinicola risponde: “Ancora non sappiamo quante bottiglie produrremo con precisione. Ne stiamo parlando con l’Istituto Vite e Vino che dichiara che è importante questo progetto ed è da portare avanti. Siamo ancora in fase di lavorazione. Per le etichette avevamo un’idea – continua -, ma con molta probabilità non sarà quella. Abbiamo delle vecchie etichette del moscato, ed eravamo intenzionati a riprenderle, ma vogliamo fare qualcosa di diverso, forse anche sulla base di queste etichette”. Conclude dicendo che sarà un vino da dopo pasto e la prima uscita è prevista per il Vinitaly.

Giovanni Gaziano