Numeri Febbraio 2008
IL PERSONAGGIO/2 Occhio all’etichetta

Occhio all’etichetta
“Tornare alla tradizione e privilegiare i prodotti di cui è chiara la tracciabilità”. Sono due consigli per evitare le brutte sorprese a tavola che arrivano da Anna Bartolini, giornalista di “Mi manda Rai tre” e curatrice della rubrica “Il Salvaprezzi” sul Corriere della Sera.
La prima pietanza a salire sul banco degli imputati è la carne. “Importiamo un’infinità di carne dai paesi dell’America Latina – mette in guardia la giornalista -, in particolare dal Brasile. Nei casi più gravi si tratta di carne non sicura. Altre volte entra a far parte di produzioni contraddistinte dal marchio Dop o Igp come la Bresaola della Valtellina, una produzione che per disciplinare di produzione deve essere realizzata con carne italiana. I consorzi in questi casi dovrebbero ritirare le certificazioni”.
Il rischio di ricorrere a produzioni straniere da utilizzare nel nostro mercato si presenta anche per altri cibi. “Anche il miele della Val di Susa rischia di perdere la sua tipicità. Nell’ultimo anno c’è stato un alto tasso di mortalità delle api. Noi che eravamo ottimi produttori rischiamo oggi di diventare importatori”.
Sempre in tema carne la Bertolini consiglia: “È importante leggere con attenzione l’etichetta per evitare di mangiare cibo tutt’altro che sano”. A questo proposito ci ricorda i risultati di un’inchiesta realizzata in Francia che denuncia l’eccessivo utilizzo di additivi, addensanti e grassi negli hamburger e in alcuni prodotti surgelati.
Un altro pericolo arriva dai cibi per bambini. “Un ‘inchiesta sul settimanale il Salvagente ha dimostrato come nei brodi, nei dolci nelle bevande consumate dai bambini ci siano moltissimi coloranti e additivi chimici sbagliati. L’uso è legale, ma una quantità eccessiva può influenzare la salute e a volte anche il comportamento dei più piccoli”.
Infine parliamo di vino “Il vino è vivo, si tratta di una alimento che respira, e che deve stare nel vetro con tappi di sughero. Evitiamo il vino in cartone o quanto meno cerchiamo di acquistarlo da un agricoltore che conosciamo molto bene, oppure affidiamoci a una marca nota che ad oggi non è sta messa sotto sequestro. Diffidare dei vini che costano pochissimo – continua -. Un vino che parte da uve pregiate, che ha dei costi di lavorazione, di imbottigliamento, di etichettatura non può costare le cifre che spesso si trovano sul mercato. Meglio bere meno e bere meglio”.
“Grazie alla normativa europea – conclude la giornalista - esistono prodotti con etichettatura che indicano esattamente da dove arrivano. Rifiutate di comprare prodotti sconosciuti. Non comprate cose anonime. Ci sono troppe importazioni. L’Italia produce ed esporta cibo genuino, perché ricorrere ad altri paesi. Privilegiate la produzione regionale, tornate alla tradizione. Ma soprattutto tenete sempre un occhio sulla tracciabilità del prodotto”.
Ciro Frisco
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