Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 153 del 18/02/2010

I NOSTRI LUOGHI DA GOURMET Provare per credere

18 Febbraio 2010
oste oste

 

I NOSTRI LUOGHI DA GOURMET

Ecco tre dei locali segnalati da Cronache di Gusto e il motivo che li rende speciali

Provare
per credere

Un posto speciale. Uno spazio che, più degli altri, riluce per bellezza e qualità. Un angolo di Paradiso nella terra di Sicilia. Tutto questo è ogni “Luogo da Gourmet” scelto, tra i migliori del 2010, dai giornalisti della redazione di Cronache di Gusto. Un ristorante, un albergo, un bar o un qualsiasi altro posto che li ha affascinati ed emozionati al punto da volerlo raccontare in prima persona.  



L’Oste e il Sacrestano

di Francesco Pensovecchio

C’è un luogo che mi suscita spesso buoni pensieri, ed è Licata. La scoperta di luoghi interessanti dove mangiar bene è spesso preceduta, soprattutto se lontano da casa, da una soffiata, e per Licata sono state ben due. La prima soffiata è accaduta numerosi anni fa su un ristorante che oggi è il vertice della ristorazione siciliana, La Madia di Pino Cuttaia. Ma non è di questo locale che voglio parlare adesso. La seconda, ed andiamo al punto, è arrivata sempre da Alfredo. Alfredo non solo conosce il suo territorio palmo a palmo, ma è curioso, interessato e, fondatamente (è un produttore di vino), amante della buona tavola. Anche un po’ rompiscatole e in questo settore una gran virtù. Mica uno di quelli che, dentro il locale, dicono “tutto buonissimo”, poi escono dal ristorante ed iniziano a parlar male. Spara subito quello che pensa, per il resto è un problema del cuoco, se problema c’era. Così, tra un assaggio di olio tra Palma di Montechiaro e Campobello di Licata ed una visita di cortesia a Pino Cuttaia, decido di voler provare un nuovo locale e chiamo Alfredo. Mi dice: “L’Oste e il Sacrestano”. È sera, sono le nove passate di un pezzo d’estate di fine luglio, passeggio lentamente tra la folla pigra e allegra verso il centro storico di Licata. Imbocco un vicolo che già, fatti i primi passi, profuma di buono. Qui trovo quello che un vero gourmet desidera: pochi tavoli, curati ma semplici, attenzione ai particolari, vini allo scaffale a portata di mano, qualche bella pubblicazione sparsa per il locale. L’atmosfera è molto confortevole. Subito qualcuno mi viene incontro, mi fa accomodare. Scoprirò poco dopo che Chiara si occupa dei tavoli, mentre Giuseppe, suo marito, è in cucina. Sono in due, basta. Dimentico facilmente i piatti e meno le sensazioni. Stavolta però ricordo quasi tutto. Ricordo il tortino di melanzane con ricotta, bufala e pomodoro. Il “panino” di spatola con la cipolla rossa. Gli spaghettoni alla Norma con ricotta salata, basilico e pepe nero. La spigola d’amo scottata con patate e arance. Il sorbetto di limone. Ricordo anche che abbiamo parlato della zia di Giuseppe, Vincenzina, spesso citata nel menu e della sua passione per la cucina. In queste faccende il cuore è la misura di tutto. Concludo: l’Oste e il Sacrestano è un luogo da Gourmet che vorresti frequentare ogni giorno. Per star bene, per il piacere della tavola. Il bello è che si può fare!

Ristorante del Golfo

di Laura Di Trapani

Chiamatela trattoria di pesce o ristorante, poco importa. Ciò che conta qui è la qualità della materia prima e l’eccellenza della preparazione, due aspetti fortemente tenuti in considerazione da Liborio Giorlando, ex sub e titolare del ristorante. Qui il pesce regna sovrano e chi lo ama non resterà deluso, perché che sia leggermente marinato o cotto a puntino, la freschezza è assicurata. La tagliata di tonno, ormai famosissima e lungamente osannata dal nostro giornale, è il piatto irrinunciabile. L’offerta cambia di giorno in giorno a seconda del pescato, così come le preparazioni che si alternano tra piatti tradizionali e leggermente innovativi. Qui potrete assaggiare una buonissima zuppa di pesce così come degli eccellenti spaghetti ai ricci di mare. I secondi piatti sono il meglio dell’offerta e spaziano dal pesce in agrodolce, come vuole la tradizione, fino al pescato del giorno alla brace che non delude in freschezza e sapore. Tra i dolci le cassatele di ricotta fritte al momento o i classici dolci  siciliani. Il locale è piccolo e semplice, i coperti sono circa 35 per assicurare un corretto servizio ogni giorno. Alle pareti spiccano le fotografie di pesca in tonnara che proiettano il cliente nella storia della cittadina trapanese, dove la pesca è da sempre il principale motore dell’economia. La carta dei vini propone vini regionali con una buona selezione di etichette nazionali. Il prezzo medio è di 35 euro vini esclusi ed è consigliabile la prenotazione.

La Caverna del mastro birraio

di Carla Fernandez

Pensate a una birra. Pensate a una birra artigianale. E pensate al fascino di gustarla nello stesso locale dove viene prodotta. Magari accompagnata da qualche focaccia, da bocconcini di pollo o da un fumante galletto cotto sulla brace e servito con le patate fritte. Un mondo di goduria dei sensi in un brew pub di Acireale (Catania). Benvenuti a “La Caverna del mastro birraio”, che nasce grazie alla passione di Giacomo Grasso per la birra artigianale che da birraio casalingo è diventato appunto un “mastro birraio”. Sei le birre nel menu, tutte da sperimentare. Il consiglio è di non prendere le pinte da 0,50 ma gustare la birra nei boccali da 0,30, per poterne provare il più possibile. Si può iniziare con la bionda, una birra chiara stile lager (4,8%): dissetante e profumata, si riconosce per la sua gradevole luppolatura, adatta a chi non ama sperimentare. Si passa poi alla rossa: una birra ambrata stile Bock (5%), equilibrata dal piacevole gusto di malto, indicata con le carni. La Rauch (5,2%) è una birra indicata soprattutto per chi ama il giusto dell’affumicato, che si avverte piacevolmente con insistenza ad ogni sorsata, tipica di Bamberg, in Baviera. Il gusto di affumicato è dato dall’essiccazione del malto,di fuochi di legno di faggio o di quercia. Prodotta a bassa fermentazione presenta un profumo leggero e aromatico e un delicato sentore di dolce. Ne restano ancora due: la nera, una stile Schwarz bier, una lager tedesca scura (4,7%) con un gusto che ricorda il tostato ed il cioccolato fondente, e la bianca: molto dissetante e immancabile in un birrificio artigianale. In stile Hefe Weizen (5%), è la classica birra di frumento della Baviera, di aspetto opalescente e ricca di profumi, con sentore di banana e di chiodi di garofano. Una rosa di birre, profumi, colori e tentazioni. L’arredamento del locale è abbastanza rustico e ben si adatta al contesto di una caverna, all’interno della quale è ricavato.