Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 204 del 10/02/2011

L’AZIENDA Il Fiano nel cuore

10 Febbraio 2011
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L’AZIENDA

Raffaele Troisi con la sua Vadiaperti oggi ne produce 30 mila bottiglie nella sua cantina tra Montefredane e il comune di Prata nell’Irpinia. Tutto ebbe inizio con sua nonna Elisa, nel dopoguerra…

Il Fiano nel cuore


Raffaele Troisi

E’ cresciuto con la nonna Elisa tra le vigne, imparando da lei tutti i segreti sul Fiano di Avellino. Raffaele Troisi oggi ne produce 30.000 bottiglie nella sua azienda agricola Vadiaperti.

Nel cuore del territorio di questo varietale, tra Montefredane e il comune di Prata nel cuore dell’Irpinia, porta avanti la scommessa di una donna, il perno della storia di questo vino. Siamo nel dopoguerra quando Elisa vedova e con quattro figli vede nella coltivazione della vite una risorsa per il futuro. Cosa che si conferma tale proprio per uno dei suoi figli, Antonino il papà di Raffaele, che nel 1984 decide di convertire i vigneti per la produzione fondando la cantina Vadiaperti. Un passo decisivo per la valorizzazione di questo autoctono, verso cui l’approccio al vigneto è rimasto sempre quello di un tempo.
Ancora oggi, come precisa il produttore che continua la vinificazione tradizionale, senza interventi massicci, senza uso di barrique, di batteri malolattici. “In cantina addirittura non esistono neanche protocolli – tiene a precisare Troisi -. Sono chimico, enologo, il vitigno lo seguo io personalmente dato che i miei vigneti sono adiacenti alla cantina e posso monitorarli quotidianamente, e così potere agire con procedure estremamente misurate e confacenti alle esigenze del vigneto”. Modus operandi interamente rivolto al totale rispetto delle peculiarità del vitigno e del vigneto, tre ettari a quota 400 su terreno argilloso, in passato il più esteso di Fiano.

 


Filare greco marotta

Tra questi filari Troisi si destreggia con la sensibilità empirica ereditata dalla nonna. “Ero un ragazzo quando lei mi insegnò come capire quando il vigneto era pronto per la vendemmia. Mi faceva assaggiare l’uva e se lo zucchero che rilasciava rendeva difficoltosa l’apertura della mano significava che era arrivato il momento della raccolta”. Non solo ricordi, anche i confronti con il padre e gli enologi lo hanno guidato poi nella gestione del vigneto. “La frase che sentivo spesso e che si ripeteva sempre era: il Fiano deve crescere sotto la foglia. Perché in effetti, è uno dei suoi caratteri peculiari. Il Fiano ha un grosso sviluppo fogliare e la sua migliore espressione, dal punto di vista organolettico delle uve, è quella che sviluppa all’ombra della pampina. Da qui il corredo e la persistenza che lascia in bocca”, spiega il produttore che applica una defogliazione moderata sulle vigne. Lasciando fare al bagaglio di conoscenze ereditato e alla formazione scientifica Troisi è riuscito ad ottenere il miglior esemplare di questa Doc e a curarlo negli anni anche se si tratta di un vino rimasto al di fuori delle mode.


Filare aglianico

“Ho cominciato a dedicarmi a questo varietale negli anni 90, periodo in cui era in voga il concetto della banana e dell’ananas che orientava i mercati sulle tipologie di vino che presentavano questi sentori, un periodo in cui abbiamo vissuto una standardizzazione di vini”. Questo Fiano è infatti tutt’altro che un vino canonico o ruffiano, con una personalità che oggi, a detta del produttore, si confronta con un pubblico pronto ad apprezzarla. Presenta una forte mineralità, con connotazioni di polvere da sparo, cenere, incenso, nel contempo presenta una decisa mentolatura e, soprattutto per via retro nasale, eucalipto e macchia mediterranea, rosamarino, erbe medicinali. Piacevole la componente fruttata tendente all’agrume cui si aggiungono anche descrittori di pera e di mela. Vino dalla forte coerenza gusto olfattiva, nel complesso tagliente e diretto.


Vigneto Vadiaperti

“Se dovessi paragonarlo ad una persona direi che è estremamente aperto, disponibile, genuino, con una personalità schietta, immediata, ma che non si rivela subito, si fa scoprire di volta in volta, sulle sue all’inizio ma capace di esprimere la sua forza nel tempo”. E nel tempo questo varietale, per costituzione, sembra essere fatto per durare. “Abbiamo assaggiato anche bottiglie dell’88 e la sua performance era ancora perfetta”, testimonia Troisi. La cantina fa anche una selezione di Fiano, appena 2.000 bottiglie, una chicca interamente soggetta all’andamento dell’annata. “Non tutti gli anni siamo riusciti a produrla. Seleziono le uve sulla base di quella che è la zona all’interno del vigneto che ha maggiormente dato i risultati migliori, vinifico poi le uve intere senza pigiarle e dirasparle. Ma dipende se vi sono le premesse”. Per l’annata 2010 di questa piccolissima parte della produzione ancora il produttore non si pronuncia, mentre da giungno in poi si potrà apprezzare la restante che andrà sullo scaffale intorno ai 10 euro. “Usando un’altra descrizione, paragonerei il Fiano ad una tartaruga – aggiunge Torisi – Un vino che va bevuto nel tempo, al naso è chiuso in questo momento, quest’anno difficilmente lo potremo proporre al Vinitaly”.

Manuela Laiacona

Azienda Agricola Vadiaperti
Contrada Vadiaperti 83040
Montefredane – Avellino
Telefono/fax +39825607270
e-mail: info@vadiaperti.it