Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 43 del 10/01/2008

IL CIBO DEGLI ALTRI L’angus è servito

10 Gennaio 2008
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    IL CIBO DEGLI ALTRI

juan.jpgJuan Carlos Ghioldi, argentino ed ex venditore di auto, ha aperto un ristorante a Palermo dove serve piatti della tradizione del suo Paese

L’angus è servito

Se diciamo Palermo e cerchiamo un posto dove gustare una buona cucina argentina, non ci troviamo necessariamente nel noto quartiere di Buenos Aires, ma a Palermo in Sicilia, a pochi passi dalla via Libertà.

Al ristorante “Hippopotamus” troviamo ad accoglierci Juan Carlos Ghioldi che ci riceve personalmente, per offrirci con affabilità un pezzo della sua terra d’origine. Da dieci anni vive a Palermo e solo da poco ha deciso di avviare un ristorante. Il motivo, dichiara candidamente, è quello di divertirsi e far divertire. Nel senso che, quello che cerca di realizzare è un posto in cui ritrovarsi per mangiare e rilassarsi, per trascorrere un paio d’ore a fare quattro chiacchiere assaporando dei buoni cibi.
È lui che si occupa di fare la spesa, perché è a lui che piace scegliere i prodotti uno ad uno, puntando naturalmente sulla qualità. Non gli piace l’idea di rifilare a qualcuno una fetta di carne non fresca, o dei pomodori rimasti in frigo per settimane, fa la spesa per il ristorante come se fosse per casa sua. Convinto com’è che la qualità e l’autenticità siano due linee fondamentali per avere successo, con questa sua attività, Juan prova anche a rimettere in gioco se stesso. Lui che dirigeva una concessionaria automobilistica, che ha insegnato informatica, indossa oggi con disinvoltura i panni del ristoratore, coadiuvato in questo, dalla compagna Annalisa Nisi e soprattutto dall’irrinunciabile cuoco, il palermitano Lillo Romano, di cui va molto fiero.
Nel menù troviamo piatti della cucina siciliana tradizionale, ma soprattutto piatti della cucina argentina, in primo luogo la carne che viene importata fresca e sottovuoto. Un piatto tipico è la tagliata di angus argentino, che va servita al sangue su un piatto rovente. A proposito di cottura, Juan ci spiega che se tagliamo una fetta di carne e non esce sangue la carne è cruda, sembrerebbe un paradosso, ma non è così. Il segreto della carne al sangue sta proprio nella cottura, che deve essere fatta a fuoco lento dopo avere riscaldato a lungo la piastra. Inoltre può essere usato un sale a scaglie che dà alla carne un particolare tocco salato e croccante. Come antipasto si può cominciare con le empanadas, una sorta di fagottini fritti o al forno, ripieni di un impasto fatto con carne tritata finissima, olive, uova, cipolla, e varie spezie argentine. Un altro piatto tipico è il locro, una zuppa molto densa fatta di mais, zucca rossa, cipolla, pancetta, carne di maiale e vitello. Ma naturalmente il pezzo forte della cucina argentina è la carne, che viene consumata sei giorni su sette. Ci dice Juan, che essa rappresenta per gli argentini quello che per noi è la pasta. Alla carne si associa un ottimo vino argentino che si chiama Astica. Il vitigno tipico dell’Argentina è il malbec che produce vino rosso, mentre il torrontes produce un vino bianco molto fruttato. La cucina argentina è molto ricca perché ha messo insieme le origini spagnole con quelle italiane. Un pietanza simile, ad esempio, al brociolone palermitano è il ninos envueltos. Per concludere quindi, dulcis in fundo, consumiamo una crepe con dulce de leche, ossia crema al latte. Il prezzo medio di un pranzo è di 35 euro
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Aurora Rainieri