Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 45 del 24/01/2008

LA CURIOSITÀ Il vino della messa

24 Gennaio 2008
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    LA CURIOSITÀ

calice_messa.jpgDai primi del Novecento la Pellegrino di Marsala è fornitore ufficiale del Vaticano. La produzione segue le leggi del Diritto canonico: i tini aperti solo alla presenza del vicario foraneo

Il vino della messa

Dalla cantina all’altare. Non si tratta di un produttore di vino che ha deciso di convolare a giuste nozze, ma del vino stesso impiegato nelle celebrazioni liturgiche.

Le bottiglie sono quelle della Carlo Pellegrino e C. spa di Marsala che ogni anno ne produce circa duecentomila per la Santa Messa. Di più: la cantina trapanese è fornitore ufficiale del Vaticano. L’azienda, infatti, gode di una speciale autorizzazione della Curia Vescovile di Mazara del Vallo che le consente di commercializzare questo tipo di vino con i marchi Pellegrino, De Vita e Mineo. Ed è un permesso che va avanti e viene rinnovato anno dopo anno sin dai primi del Novecento. Le uve utilizzate sono catarratto e insolia, due le tipologie di vino destinate a questo tipo di commercializzazione: bianco liquoroso e rosso liquoroso, quest’ultimo preferito dalle comunità neocatecumenali per il colore che ricorda il sangue di Cristo.
Per la produzione del vino destinato alla Santa Messa, il Diritto Canonico prevede una rigida regolamentazione dettata dalla stessa Curia Vescovile. In pratica per ottenere il rinnovo annuale dell’autorizzazione, la ditta Pellegrino deve disporre di vasi vinari in acciaio inossidabile riservati esclusivamente al vino da destinare alla celebrazione della Santa Messa, indicandone il numero ed il quantitativo che si intende riservare a questo fine, in modo che la Curia possa prendere nota del carico e del relativo scarico. I controlli, dunque, non mancano. È la stessa Pellegrino che in una nota spiega: “Il controllo da parte della Curia Foranea sul prodotto prevede che il vino debba essere preparato con uve scelte e di grado elevato. A ciclo di lavorazione ultimato, alla presenza del vicario foraneo o di un suo delegato, vengono prelevati due campioni, cui segue la sigillazione del vaso vinario e delle due bottiglie campione”. Una delle due viene sottoposta alle analisi dell’istituto agrario di Marsala, mentre l’altra rimane conservata nella Cancelleria della Curia Vescovile di Mazara del Vallo. Una volta giudicato idoneo, l’impresa produttrice può avviare gli ordini, ma le richieste devono assolutamente provenire dal clero o in generale da enti religioso.

Gaetano La Mantia