Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 46 del 31/01/2008

L’INCHIESTA Ecco dove è nato il Moscato

31 Gennaio 2008
moscato_inchiesta.jpg moscato_inchiesta.jpg

    L'INCHIESTA

moscato_inchiesta.jpgLe origini e la storia della cantina sperimentale di Noto dell'Istituto vite e vino, sorta nel territorio dove si producevano due milioni di ettolitri di vino

Ecco dove
è nato il Moscato

Dove c’era una cantina ora c’è un laboratorio. E dove c’è un laboratorio c’era la culla del Moscato. Siamo a Noto, nel Siracusano.

Tra le pareti di quella struttura oggi cinque tecnici dell’Istituto regionale della vite e del vino dedicano il loro tempo, o meglio la loro giornata lavorativa, alle analisi enochimiche. Sì, perché l’Assemblea regionale siciliana ha formalmente riconosciuto all’Irvv la qualifica di ente di ricerca a tutti gli effetti.
Ed è lì, nella casa natia del Moscato, che l’Irvv conduce le analisi. Un luogo storico dove progettare il futuro del vino. Uno scenario che concilia antico e nuovo nel segno del vino. La culla del Moscato è infatti la più antica cantina siciliana. Un luogo che racchiude in sé l’evoluzione di Bacco nell’Isola e che ha una storia tutta da raccontare.
La cantina nacque nel 1889 su impulso del regio ministero delle politiche agricole del tempo. E sorse perché nel territorio c’era una realtà vitivinicola molto vasta. La struttura acquisì subito un ruolo di protagonista nel panorama italiano, tanto che il regio ministro marchese di Rudinì la rese regia cantina. Lì, infatti, si producevano 2 milioni di ettolitri di vino – su 36 nazionali – (in particolare rosso, il cosiddetto vino di Pachino), che in parte veniva esportato, soprattutto in Francia. Anni floridi, dunque, ai quali fece però seguito un periodo di difficoltà per l’arrivo, nel 1895, della fillossera che fece calare la produzione a 300 mila ettolitri.
Al primo direttore, di Velletri, fece seguito Corrado Montoneri, della vicina Avola, il quale studiò vari sistemi per le fermentazioni in ambiente caldo e tentò con ogni mezzo di sconfiggere la fillossera, un obiettivo poi raggiunto attraverso l’utilizzo del porta innesto americano.
Oggi la più antica cantina siciliana è un centro di ricerca. Una cantina sperimentale fino al 2000, che soprattutto negli anni Quaranta, concentrò la propria attività sugli esperimenti sul Moscato di Noto liquoroso. Poi, negli ultimi anni, la nascita di un vero e proprio laboratorio, una delle quattro strutture siciliane accreditate per tutte le analisi enochimiche (le altre si trovano a Milazzo, Alcamo e Marsala), dove tra l’altro si conducono sperimentazioni su Moscato, Syrah, Petit Verdot e Nero d’Avola.

Gaetano La Mantia