Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 98 del 29/01/2009

L’ESPERIMENTO Limone in provetta

29 Gennaio 2009
frutti frutti

L’ESPERIMENTO

All’Università di Catania è nato un Femminello siracusano Ogm, che sopravvive agli attacchi di un fungo killer. “Per forma e sapore è uguale a quello che non ha subito modificazioni genetiche”

Limone in provetta

Una modificazione genetica per consentire ai limoni siciliani di battere un antico nemico: il Phoma tracheiphila, un fungo considerato la prima causa di morte di questi agrumi.

Per risolvere il problema, nei laboratori dell’Università di Catania Alessandra Gentile, docente del dipartimento di Ortofloroarboricoltura e tecnologie agroalimentari, e Stefano La Malfa, ricercatore dello stesso dipartimento, hanno messo appunto un limone Ogm. Un Femminello siracusano, per l’esattezza, considerato tra le migliori varietà di limone e che da poco può anche fregiarsi della denominazione Igp. I risultati? “Nella forma e nel gusto il limone ottenuto in laboratorio non è differente da quello che non ha subito l’intervento di modificazione genetica”, spiega la professoressa Gentile.
Inutile negare che una sperimentazione di questo tipo non troverà tutti d’accordo. “Il fatto è – continua Gentile – che in oltre un secolo, da quando il fungo è comparso in Sicilia, non sono stati individuati né tecniche agronomiche né interventi chimici risolutivi in casi di infezioni gravi. L’unica possibilità è offerta dall’introduzione del carattere di resistenza genetica al patogeno”. Nel corso degli anni il Mal secco, malattia causata da Phoma tracheiphila, ha ucciso migliaia di piante interrompendo il flusso della linfa, “ciò ha portato alcuni agricoltori – continua la ricercatrice – a sostituire le varietà migliori ma poco resistenti, con altre peggiori qualitativamente ma più resistenti”.
E così, dopo una ventina d’anni di sperimentazioni, la formula è venuta fuori: nel limone viene inserito un gene di Chitinasi che scioglie la parete dei funghi evitandone la diffusione e la crescita all’interno della pianta.
Finora il limone Ogm non è mai uscito dai laboratori, anche se adesso da Roma è arrivato il sì alla sperimentazione in campo. “Per questo tipo di coltivazioni – continua la professoressa Gentile -, benché in forma sperimentale, la legge prevede che arrivi il via libera da parte di una commissione creata ad hoc. È di fine novembre il parere favorevole sullo schema del decreto del ministro delle Politiche agricole di adozione dei protocolli tecnici ai fini dell’emissione deliberata nell’ambiente di specie Gm a scopi sperimentali. Ora l’ultima parola spetta alla Regione”.
Ma quella sugli Ogm è una questione ancora aperta. “Mi rendo conto – spiega ancora Gentile – che l’innovazione può portare dei rischi ma in vent’anni dall’inizio della loro coltivazione non sono mai stati riscontrati problemi direttamente connessi alle coltivazioni transgeniche. Gli Ogm possono persino salvare la biodiversità. È il caso del pomodoro San Marzano, che rischia di estinguersi per via di un virus. Il mio – conclude l’esperta – non è un sì che non ammette repliche ma bisogna rendersi conto che le modificazioni del Dna esistono già in natura. Noi non facciamo altro che accelerarle”.
 

Marco Volpe