Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 148 del 14/01/2010

LA TESTIMONIANZA “Conquistiamo la Cina insieme”

14 Gennaio 2010
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LA TESTIMONIANZA

Ospitiamo il racconto di Alessio Planeta al suo ritorno dall’Estremo oriente. “Ho la speranza di vedere noi siciliani fare squadra e promuovere la nostra terra”

“Conquistiamo
la Cina
insieme”

di Alessio Planeta

Credo che di nessun Paese si sia scritto tanto quanto della Cina e, non posso negarlo, ci sono arrivato farcito di informazioni. Poi atterri, osservi, chiacchieri e capisci. Capisci che la tua immaginazione non poteva intuirne lontanamente le dimensioni. Capisci come l’economia del mondo intero sia trainata da questo paese, dalle sue scelte, dalle sue politiche.


Scopri che tutti noi, anche indirettamente, siamo legati alla Cina. Scopri che, alla presunta fine della crisi economica mondiale (una crisi che ha messo in ginocchio il sistema finanziario occidentale) la Cina aveva previsto per il 2009 una crescita del PIL dell’8%. Forse è del 9. Ho scoperto che, con una misura semplice, per rilanciare l’economia il governo cinese ha immesso copiosissime quantità di denaro per realizzare infrastrutture, rimodernare il paese, rilanciando così le economie. Non male, soprattutto se visto dalla Sicilia… senza ferrovie e con strade fatiscenti.
La capacità e la velocità straordinaria di mutare  di questo popolo l’ho misurata  con una domanda apparentemente banale usata per rompere il ghiaccio: “Quanti abitanti ha questa (o quella) città?”. Ti rispondono con pudore, quasi a vergognarsi, di cambiamenti a 7 zeri. Un esempio: Shenzhen trent’anni fa aveva 30.000 abitanti, oggi ne ha poco meno di 14.000.000.
E andiamo al vino. Anche qui è utile partire dai numeri: c’è una notizia che dice che in Cina vi siano oggi qualcosa come 300.000 ettari di nuovi vigneti, una superficie grande quanto le estensioni di Usa e Australia messi insieme, anche se i dati non sono confermati. Certo è che di vino se ne consuma poco: circa 100 milioni di consumatori con consumi pro capite sotto il litro. La cosa interessante è invece il trend: in crescita, ma soprattutto diverso da come me lo aspettavo. Si beve al ristorante e negli alberghi; esistono adesso anche dei wineshop di livello incredibile. I consumatori non sono solo i classici utenti business, in viaggio, ma anche la nuova, giovane e dinamica classe dirigente cinese. Il vino inizia ad entrare nella ristorazione cinese. La cosa che mi ha più colpito sono i giovani cinesi che lavorano nei locali, sommelier in testa. Sono perfettamente formati ed espertissimi della materia. Un aneddoto: durante un assaggio alla cieca di uno champagne Duval-Leroy, il sommelier Yang Lu del bellissimo albergo The Peninsula, con poche esitazioni ha indovinato l’annata (1998, vi assicuro non era facile). In linea generale, così come accade nel resto del mondo, è la ristorazione italiana in grande crescita a trainare i suoi vini. Poi, la grande voglia di occidentalizzare i consumi/costumi indubbiamente aiuta.

Vi segnalo qualche indirizzo: – Pechino: L’isola (www.lisolabeijing.com) e Sadler (www.sadler-beijing.com), che mi ha molto impressionato ; oppure, come alternativa, il Maison Boulud (www.danielnyc.com/maisonboulud.html), un ristorante elegantissimo.
– Shangai: Casanova (www.casanova.com.cn), Rosso Italiano (www.rosso-italiano.com), That’s Amore (www.thatsamore.it). Per chi, verso sera, è alla ricerca di atmosfere tipiche, suggerisco Sureno (www.housevibe.cn/sureno) e poi l’esclusivo Keeclub (www.keeclub.com) dove la bravissima Sommelier Vivian Tian dispone di vini tra i più famosi al  mondo.

È facile capire che il potenziale di crescita, con tutti i suoi problemi, è grande. Tra questi, il primo problema è che siamo arrivati tardi, e di ulteriori 15 anni rispetto ai francesi; il secondo è che siamo oggettivamente lontani, mentre il nuovo mondo, specie l’Australia, è geograficamente più vicino.
La ricetta per aggredire il segmento è, direi, la solita: formazione, promozioni e presenza personale sul mercato. Noi siamo andati con il nostro chef Angelo Pumilia ed abbiamo organizzato dei wine-dine in tre alberghi, l’Hilton a Shangai, il Ritz Carlton a Shenzhen e il Regent a Pechino: cucina siciliana e vini Planeta, un successone. Certo, costoso e faticoso, ma interessante. Sono consapevole di fare investimenti a lunga scadenza, oggi questo mercato ha per me poco valore. Vi do una idea: allo stato attuale vendiamo più a Malta che in Cina, più in una singola grande enoteca di Palermo che in tutta la Cina. Però, vi chiedo, perché i grandi players del mondo visitano la Cina più volte l’anno?
Chiudo con la speranza di vedere noi siciliani fare squadra in Cina e promuovere la nostra terra. Una constatazione amara: nel 2010 a Shanghai ci sarà l’Expo: le attese sono straordinarie, i visitatori attesi 70 milioni. La Sicilia? I nostri politici, pur sollecitati dall’Ice (Istituto nazionale per il commercio estero), evidentemente troppo occupati a ribaltarsi a vicenda, non sono riusciti a organizzare nulla. Così anche questa è passata. Per curiosità, date una occhiata al sito http://en.expo2010.cn/.