Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 149 del 21/01/2010

IL VITIGNO Timorasso, ospite d’onore

21 Gennaio 2010
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IL VITIGNO

Al De Natura vini una delle varietà di uva a bacca bianca più antiche della Liguria, salvata dall’estinzione dal produttore Walter Massa. “La sua caratteristica? La longevità”

Timorasso,
ospite d’onore

Al De Natura vini, la degustazione  organizzata da Cronache di Gusto venerdì 22 gennaio al Telimar di Palermo, sarà ospite uno dei vitigni più antichi della Liguria, il Timorasso, patrimonio dei Colli Tortonesi di cui se ne ritrova traccia in testimonianze risalenti al XII secolo. A rappresentarlo il produttore vinicolo Walter Massa (nella foto), con il suo Sterpi 2005, il viticoltore a cui si deve la salvaguardia di questa varietà di uva a bacca bianca che trent’anni fa ha rischiato l’estinzione.


Una scomparsa scongiurata a cui il vitigno era stato destinato dal mercato, perché a bassa resa, problematico dal punto di vista dei costi di gestione e di coltivazione in vigna e quindi poco redditizio per gli imprenditori coltivatori. “Il mercato non ha mai riconosciuto gli sforzi impiegati per coltivare il Timorasso e dato il giusto prezzo”, denuncia Massa. “Non potendo vedere cancellati così 4.000 anni di storia enologica della mia terra da un rimpiazzo con vitigni più facili, decisi di investire su questo vitigno e sulle sue potenzialità”.
Caratteristica infatti di questo vino è la sua longevità, come spiega il produttore: “Più invecchia e più diventa buono. È un vino che esprime il territorio in cui nasce, e a spiccare sono più i toni minerali che quelli vegetali. Un vino secondo natura, che porta nel bicchiere la particolare ricchezza e conformazione del terreno dando condizioni di piacere”. A Massa quindi va tutto il merito di avere dato nuovo impulso alla coltivazione del Timorasso, grazie anche ad una estenuante campagna di promozione rivolta al mercato locale, italiano ed internazionale. “Volevo fa capire che non si trattava del solito vino bianco italiano fresco ma di un vino che era nato per essere bevuto nel tempo. Poi la critica cominciò ad accoglierlo con favore e con grande soddisfazione cominciai a vederlo ricomparire sulle carte dei vini”, racconta il produttore. Oggi il Timorasso è diventato un vino apprezzato anche se di nicchia. Sono 30.000 le bottiglie prodotte infatti dal solo Massa, e sono solo una ventina i produttori in tutto. L’opera di Massa sembra però essere diventata una vera e propria missione. “Il mio impegno è quello di far sì che venga riconosciuto il valore artigianale di chi si dedica ai prodotti della terra, non solo al vino, ed auspico che un domani possa vederli tutelati non dal ministero all’Agricoltura, bensì da quello dei Beni Culturali”.

Manuela Laiacona