Numeri Giugno 2008
IL MARCHIO Targato Slow Food
Al prossimo Salone del Gusto di Torino l'associazione lancia un marchio per valorizzare i piccoLi tanti prodotti che rischiano

Targato
Slow Food
Un marchio per i presidî di Slow Food. Un modo nuovo per tutelare le piccole produzioni di nicchia, sentinelle di tradizioni e microeconomie di molti territori italiani.

Dopo l’esperienza dell’Arca dei sapori nata nel ’98 e quella dei presidî era ora di fare qualcos’altro. Lo ha detto Piero Sardo, presidente della Fondazione per la biodiversità di Slow Food nel corso di un convegno sull’eccellenza enogastronomica in provincia di Trapani. Lo stesso Sardo, annunciando l’iniziativa, non si è sbilanciato. Semmai ha precisato che non tutti i presidî avranno un marchio. Sui 200 già istituiti in cui la Sicilia fa la parte del leone con una trentina circa di prodotti, sessanta non entreranno a far parte di questo club. Esclusi saranno quei prodotti che nonostante il presidio non hanno creato un po’ di interesse economico e commerciale oppure quei prodotti che invece hanno una fama che va oltre il presidio stesso e magari hanno già un marchio Dop o Igp.
L’idea di Slow Food, spiega Sardo, è infatti quella di dotare di un terzo marchio questi prodotti che rappresentano un fiore all’occhiello del patrimonio gastronomico italiano, un vessillo della biodiversità e non posono permettersi di ambire a marchi più famosi e riconosciuti da Bruxelles. Ricordiamo tra i prodotti siciliani appartenenti al circuito dei presidî le lenticchie di Ustica, il formaggio Maiorchino, il Melone Cartucciaro, la pesca di Leonforte, i pistacchi di Bronte.
F. C.
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