Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 17 del 12/07/2007

DIARIO GOLOSO: L’Oceano in tavola e gli altri sapori d’Irlanda

11 Luglio 2007
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    DIARIO GOLOSO

Viaggio intorno all’Isola di smeraldo passando per i pub di Dublino, i piccoli ristornati del Connemara e le sperimentazioni di Belfast. Tanti i locali amati dalle guide e ricercati dai gourmet
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L’Oceano in tavola
e gli altri
sapori d’Irlanda

Concreti e ben saldi alla terra in cui vivono. Così l’Irlanda, così gli irlandesi, così la loro cucina. Il viaggio intorno all’Eire e all’Irlanda del Nord racconta, dal punto di vista gastronomico, un territorio vicino al lavoro dei pescatori e all’attività degli allevatori soprattutto in regioni come il Connemara e nella contea di Kerry. Una cucina che comincia a risentire delle influenze estere (anche italiane), dopo la normalizzazione della situazione interna e la maggiore flessibilità alle frontiere, che ha permesso l’arrivo, soprattutto nei grandi centri, di miglia di immigrati.

the_porterhouse.jpgIl tour intorno all’Isola di smeraldo comincia da Dublino. C’è solo l’imbarazzo della scelta nella capitale in fatto di alta cucina. Il ristorante Patrick Guilbaud (21 Upper Merrion Street) è il top con menu classici rivisitati in chiave moderna e due stelle Michelin, così come il Thornton’s Restaurant (St Stephen’s Green), affacciato su Stephen’s Green. L’Ecrivain (109a Lower Baggot Street) con la sua innovativa cucina franco-irlandese si è guadagnato fama e premi. E poi ci sono gli indirizzi intramontabili, come The Tea Rooms (6-8 Wellington Quay) all’interno del Clarence Hotel, l’albergo degli U2, e One Pico (5-6 Molesworth Place). Merita di essere citato anche il Market bar: nell’ex fabbrica di salsicce nel cuore di Temple bar, provate la fish pie, un tortino caldo di pesce, o il pollo marinato servito con yogurt alla menta e salsa piccante; la castillan beef stew, manzo marinato con vino rosso, condito con carote e prugne; fra i dessert c’è la piccola crostata di mele, con crema inglese e una spolverata di cannella e menta.
Naturalmente, però, a Dublino è d’obbligo una cena in un pub. Dove? Ecco un paio di indirizzi: l’Arlington (23/25 Bachelors Walk a pochi metri da O'Connell bridge), innanzitutto, da trasformare in tappa obbligata per chi voglia gustare il migliore stufato alla Guinnes di arlington.jpgDublino e respirare l’atmosfera più festosa e divertente. E ancora The Porterhouse (45/47 Nassau St), deliziosa fabbrica di birra (ne produce una decina di tipi) che offre ai clienti anche da mangiare.
Ma Dublino non è l’unica tappa per chi voglia mangiar bene in Irlanda. Verso sud, a Kilkenny, c’è Edward Langton’s, che propone piatti di mare e di terra interpretati in chiave creativa e moderna.
Poco più a nord, a Killarney, O’Riains in High street, propone il panfried fillets of seabass, un filetto di merluzzo panato e servito con scaglie di mandorle e una salsa al miele. Mentre la colazione è d’obbligo da Fairview che oltre alla tipica irish breakfast (uova fritte, würstel, pudding bianco e nero, bacon) offre la savory omelette, con salsicciotti irlandesi, bacon, peperoni, pomodori, funghi. Più leggero il pancake con salsa d’acero. Ma niente paura, è disponibile anche la colazione continentale, con grande scelta di pane, marmellate e cereali. Per chi vuole coccolarsi un po’ c’é The Flesk, dotato di una buona carta dei vini, fatto non sempre usuale in Irlanda, e con una scelta di piatti da sottolineare. Tra le ricette di carne da provare il bronn beef steuviengree, stufato piuttosto strong. Per chi passa da lì val la pena anche di assaggiare l’aragosta, che da quelle parti è davvero niente male, e il salmone fresco.
E se durante l’immancabile tour del Ring of Kerry sentite il bisogno di una sosta golosa, non esitate a fermarvi nel grazioso Sneem dove da The Bakery i proprietari saranno lieti di darvi spiegazioni sui formaggi locali e prepararvi appetitose baguette con le produzioni del posto. Gubben è il nome di un pecorino poco stagionato, e sempre dalla contea di Cork arrivano l’Ardrahan e il Durrus, e da quella di Tipperary il Cashel Blue (una sorta di gorgonzola). Sempre nel Ring potrete fermarvi al The Bridge, a Portmagee: il nome (il Ponte) è legato al fatto che questo ristorante in riva all’Atlantico, domina proprio il ponte che collega Valencia Island con la terraferma, nel cuore della penisola di Iveragh. Da non perdere la selection of fish: grande piatto di pesce freddo con scampi, gamberi, salmone fresco e affumicato, merluzzo e cozze.
Sbarcati sull’isola di Inishmòr, la più grande delle Isole Aran, al largo del golfo di Galway, evitati i venditori di qualsiasi oggetto prodotto sull’isola e ammirate le spiagge bianche e deserte, non resta che raggiungere il Dùn Aengus, il grande tempio ai piedi del quale c’é Dùn Aonghasa che cucina soprattutto il pesce dell’Atlantico ma anche ottime zuppe servite con pane nero (il brown bread).
odowds.jpgDalle Aran alle strette strade dell’affascinante e desolato Connemara, a Roundstone, un piccolo villaggio di pescatori di aragoste, fermatevi da O’Dowds (www.odowdsbar.com), per gustare i crostacei appena pescati e cucinati con semplicità o la “Sinfonia di pesce” con salmone, merluzzo, gamberetti, cozze, enormi chele di granchio e ostriche. Il tutto accompagnato dal soda bread (pane fatto lievitare con il bicarbonato di sodio perché, vista la finezza della farina irlandese, con il lievito non si raggiungerebbero gli stessi risultati). Carta dei vini abbondante, con oltre 50 etichette (quasi un record nella provincia dell’Eire), e anche una dettagliatissima carta di whisky irlandesi. Incantevole la vista sul porticciolo che si può ammirare dai tavoli vicino alle finestre e impeccabile il servizio affidato a Isabella, una giovane donna di origini polacche.
Spostandosi dal Connemara al Donegal, una delle tappe obbligate è Kylemore, conosciuta più dai buongustai che dai turisti “tradizionali”. Due i luoghi da visitare. A pranzo c’é il Ristorante dell’abbazia, stupendo edificio che domina il lago di Kylemore, poco fuori dal centro abitato, che serve stufati di prim’ordine e zuppe indimenticabili. A cena, apre solo alle 18, c’é il Pangur Ban, sulla strada di collegamento con Letterfrack. Un consiglio? Difficile, ma lo stufato di cervo cotto nella Guinnes merita di certo di essere menzionato.
Le strade d’Irlanda sono lunghe e non sempre raggiungere una città è facile. In ogni caso non mancano le chicche. A Newport si può trovare ristoro al The Grainne Uaille, votato come miglior ristorante della Contea di Mayo lo scorso anno. Ristoro per i viaggiatori di passaggio anche al Central Hotel di Donegal, che negli assolati dopocena (il sole tramonta definitivamente non prima delle 23) della contea offre allegre serate con musica dal vivo annaffiate da ogni genere di birra irlandese.
L’Exchange, a Queen’s Quay, è uno dei posti più in voga di Londonderry, prima frontiera del Regno Unito nell’Irlanda del nord. Il ristorante, arredato in stile hi-tech, propone piatti della cucina internazionale, con interessanti sperimentazioni con pollo e agnello.
Infine Belfast che sembra affermarsi sempre più come meta dei buongustai. Da provare il Restaurant Michael Deane (36-40 Howard Street), unico in città ad aver guadagnato le stelle Michelin, che offre però anche un’informale brasserie. Ottima anche la cucina esotica di Paul Rankin al pluripremiato Cayenne. E per chi passa nella capitale della Gran Bretagna in Irlanda, val la pena fermarsi per la Settimana del gourmet: golosa cucina tipica, menu degustazione e prezzi convenzionati per questa imperdibile rassegna gastronomica.

Carla Fernandez
Marco Volpe

(1. continua)