Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 17 del 12/07/2007

IL LUOGO: Scacce, Cerasuolo e polvere di storia

11 Luglio 2007
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    IL LUOGO

donnafugata_1.jpgEcco come è nato il locale attiguo al castello di Donnafugata. La famiglia La Ferla, tra tavoli e fornelli, al servizio di turisti e golosi. Quella volta che Vittorio Sgarbi…

“Scacce” Cerasuolo
e polvere di storia

L’esuberante critico d’arte-deputato Vittorio Sgarbi e la sua rumorosa corte, preceduti da una telefonata della scorta, fecero irruzione nel locale alle due del mattino. Era uno dei suoi famosi blitz per rendersi conto di persona dello stato di uno dei più bei castelli di Sicilia, appunto quello di Donnafugata, fatto costruire nell’ ‘800 su di una struttura preesistente dal Barone Corrado Arezzo, collezionista, poeta ed amante della musica.

Sgarbi aveva a lungo ammirato il bellissimo Salone degli Specchi ed aveva trovato intrigante la leggenda, una delle tante sul castello, secondo cui la regina Bianca di Navarra, vicaria del regno di Sicilia, era stata imprigionata fra quelle mura, nel 1412, dal suo pretendente, il crudele e temuto Gran Giustiziere del Regno conte Bernardo di Cabrera. Alla fine della visita, il piccolo manipolo di illustri visitatori prese posto nell’unica grande sala di questa verace trattoria di campagna, situata in quelle che furono per lungo tempo le stalle del famoso maniero. Fra “scacce ragusane”, gelatina di maiale e numerose bottiglie di Cerasuolo di Vittoria, anche se Sgarbi, sobrio almeno nel nutrirsi, piluccò solo qualcosa, l’allegra brigata andò via alle quattro del mattino. Ma per il gentile gestore del locale, il dinamico Giovanni La Ferla, era stata comunque una bella e gratificante cena, ad un orario inconsueto, una delle tante con ospiti famosi.
Nel 1984,quello che sarebbe diventato dopo qualche anno uno dei locali più amati e frequentati della Sicilia orientale, era solo un piccolo bar di campagna incastonato in una dimora storica di grande fascino, ricca di 122 stanze e di un affascinante parco di oltre otto ettari. Il tutto però in stato di parziale abbandono e bisognoso di lunghi restauri, portati a termine qualche anno addietro dalla locale amministrazione comunale, subentrata agli eredi della famiglia Arezzo.
Salvatore la Ferla, padre dell’attuale gestore, era però innamorato del castello ed era fiducioso in una prospettiva commerciale per il suo minuscolo bar. Caffè, cornetti, dolci di varia natura non mancavano mai nel locale ed erano molto apprezzati dai non numerosissimi avventori. Ma il destino aveva deciso che non sarebbe rimasto solo un bar. Nel 1987, per molti mesi, si piazzarono nel castello, in successione, delle troupe, per girare le versioni televisive de “Il barbiere di Siviglia” e “Don Pasquale”, due famose opere liriche. Attori, cantanti, truccatori, costumisti, personale di staff, a centinaia, convinsero il gestore ad organizzarsi con una piccola cucina per sovvenire ai bisogni alimentari di tanta gente. Il centro di Ragusa è a circa venti chilometri e non c’era traccia di altri locali nella zona. Tutta la famiglia fu mobilitata, alcuni vennero piazzati in cucina, altri in una piccola saletta attigua al bar. Venivano preparate pietanze semplici e gustose, accompagnate dai vini locali. Fu un successo incredibile, i piatti erano molto apprezzati dagli ospiti. Velocemente si sparse la voce anche a Ragusa e dintorni. E cominciarono a venire i locali, sempre più numerosi. Quando andarono via le troupe televisive era cambiato tutto. Era nata, sotto i migliori auspici, la trattoria “Il Castello”.
donnafugata-castello.jpgVi si arriva attraversando la bellissima campagna ragusana, fra perfetti muretti a secco, alberi di carrubo a perdita d’occhio, eleganti masserie, improvvisi declivi e  piccole vallate, in un contesto paesaggistico di rara bellezza. La trattoria conserva la sua antica semplicità e si compone di un piccolo bar all’ingresso e di un’ unica sala da pranzo, sobria ed accogliente. D’estate, quando il sole imperversa con i suoi raggi infuocati, gli accaldati ospiti potranno rifugiarsi nell’ampio dehors. Giovanni La Ferla, subentrato al padre, si prende cura dell’accoglienza con il personale di sala. In cucina siamo alla sicurezza assoluta. Tre donne di casa, la madre Lucia, la sorella Rita e la giovane moglie cubana di Giovanni, Janaisa, imperano per il piacere dei tanti ospiti. Sono loro che preparano, a mano, le paste e tutte le succulente pietanze che arriveranno sui tavoli. Tranquillità massima anche sul fronte delle materie prime. La zona è ricca di agnelli, vitelli, maiali, conigli, formaggi, verdure, ortaggi. Sono ancora numerose le masserie in funzione ed “Il Castello” è da tanti anni cliente privilegiato di queste antiche strutture produttive. La cucina può essere definita, nella sua rassicurante linearità, di stampo casalingo e tradizionale. In essa si cela un savoir fare popolare di significativa valenza culturale, fortemente identitario di un’area, quella ragusana, che in passato ed ancora oggi esprime una gastronomia d’eccellenza, tradizionale ed innovativa che sia, seconda a nessuna nell’isola. Dalla cucina arriveranno per il piacere degli occhi e del palato: gelatina di maiale, “scacce” (focacce) ricolme di ricotta e salsiccia, di broccoli, di pomodoro e caciocavallo, caponata, i deliziosi ravioli di ricotta conditi con il gustoso ragù di maiale, i locali cavatelli con melanzane  e ricotta salata. Fra i numerosi secondi piatti, insuperabili la tradizionale costata di maiale ripiena ed il saporito agnello al forno con patate. Si chiude il succulento pranzo con cassatelle di ricotta, frutta di stagione e cioccolato di Modica. Straordinariamente vasta la cantina, a prezzi moderati, con il meglio dell’enologia siciliana. Il conto, estremamente corretto, sarà il piacevole finale della bella esperienza gastronomica.
Dimenticavamo: non meravigliatevi se al tavolo accanto al vostro dovesse esserci l’onorevole Fausto Bertinotti assieme alla moglie. L’elegantissimo  Presidente della Camera, già Segretario di Rifondazione Comunista, ama questa trattoria e la frequenta dai primi anni ’90. Adora i ravioli di ricotta con il ragù di maiale ed i più pregiati Cerasuoli di Vittoria. Alla fine del pasto si fa sempre servire un pregiatissimo e famoso whisky.  Sino all’entrata in vigore della legge contro il fumo nei locali pubblici, si accendeva con lentezza un sigaro cubano mastodontico e ne osservava compiaciuto le ascendenti volute.
Adesso che non è più consentito, si diverte a farlo passeggiando fra i viali esterni del Castello, discorrendo animatamente di politica e di avvenimenti culturali con la sua piccola corte.

Nino Aiello

IL CASTELLO
Viale del Castello – Frazione di Donnafugata (RG)
Tel. 0932/619260 – Aperto: pranzo e cena
Chiuso: lunedì (mai in estate)
Ferie: mai – Carte di credito: tutte
Costo: 25 euro, vini esclusi.