Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 19 del 26/07/2007

LA TESTIMONIANZA “Vi racconto lo champagne”

25 Luglio 2007
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    LA TESTIMONIANZA

champagne.jpgGaetano Pizzo racconta la sua esperienza a Parigi, ospite a Reims dalla Laurent Perrier per la presentazione dello champagne di punta: Grand Siècle. Ecco com’è andata

“Vi racconto
lo champagne”

Il lusso, lo sfarzo parigino di uno dei produttori mondiali di champagne vissuto da una delegazione di enotecari palermitani che facevano parte di un gruppo di 30 tra titolari di ristoranti e di enoteche provenienti da tutta Italia, invitati a Reims dalla Laurent Perrier per la presentazione dello champagne di punta: Grand Siècle. Ecco il racconto di Gaetano Pizzo, che per tre giorni ha vissuto come in un sogno tra fiumi di champagne e divertimento, perché è questo quello che prevede l’accoglienza della Maison parigina.

champagne_1.jpg“Quando sono arrivato a Parigi, con un giorno di anticipo, ancora non sapevo cosa mi sarebbe capitato. Poteva essere la classica degustazione mordi e fuggi. Una cantina importante, mondiale, pronta a farmi conoscere il suo prodotto: Champagne. Ma non è stato così. La visita, importante, è durata solo mezza giornata. Il resto dei giorni e del tempo a nostra disposizione è servito solo a farci coccolare tra lusso e divertimenti dall’organizzazione della LP.
Da Palermo siamo partiti in tre: Io, Franco Picone e Giuseppe Bonomo (Partinico) e a Parigi abbiamo trovato altri 27 tra enotecari e ristoratori. Ogni mese, alla LP organizzano il tour dentro la loro azienda a gruppi di diversa nazionalità. Quest’anno è toccato anche all’Italia. Siamo stati accolti con tutte le cortesie possibili. Il primo giorno c’era in programma la visita alla cantina, una delle più grandi Maison di Champagne, guidata dal 1812 sempre dalla stessa famiglia di Bernard de Nonancourt. Conquistare, sedurre e fidelizzare sono i fondamentali per la LP. E questo l’abbiamo appurato nei giorni che abbia trascorso con loro. La bandiera italiana accanto a quella francese, le foto con lo chef ducale (un gradino più in alto dell’enologo) sono stati il preambolo alla nostra visita. Da subito abbiamo capito che la filosofia della LP è quella di presentare il prodotto fresco ed elegante. Le degustazioni sono state servite in una sala con tavoli apparecchiati con tovaglie bianche e grandi bicchieri. E’ stato allora che il nostro palato ha incontrato quattro annate di champagne: 1996-97-98-99. Quella del 1996 si è rivelata la più importante e la più longeva, ottenuta mescolando i migliori millesimali delle uve dei diversi anni. È inutile dire che i sommellier, con in mano le magnum di champagne, ci inseguivano per riempirci il bicchiere. Da li è cominciato il vero viaggio tra lo champagne di alta classe: per tre giorni non ho più bevuto acqua.champagne_2.jpg
Ma la cosa che più mi ha meravigliato sono state le cantine: 15 metri sotto il livello del suolo; 8-10 gradi di temperatura e umidità che sfiorava il 100%. Era come se piovesse. Un dedalo di cunicoli che si aprono per nove chilometri. Immaginate quale ricchezza conservava. Che lì si beve solo champagne l’ho poi capito uscendo dalla cantina. Quando di fronte ti trovi una statua di un bambino che fa pipì (Manneken pis) che mette in guardia con una frase: “Non bevete mai acqua”.
Al ritorno dalla cantina ci aspettava la prima sorpresa. Un cinque stelle comodissimo con un bar tra i più frequentati di Reims. Per cena le prelibatezze francesi: oca, anatra, patè. E champagne, rigorosamente Grand Siècle, a fiumi. Solo in una occasione abbiamo potuto fare le “corna” alla LP, ma era a tarda sera, assaggiando anche Don Perignon e Cristal. Ma dall’indomani abbiamo ripreso il ritmo. Ore 10: dodici tipi di ostriche e una bottiglia di Grand Siècle. Poi verso Parigi, dove ci aspettava una situazione champagne_3.jpgveramente ideale. Sulla Senna ci aspettavano due bateaux mouche, i classici battelli parigini. In uno, tutto allestito con divani, puff indiani, abbiamo consumato un aperitivo. Subito dopo nell’altro è cominciato il pranzo, mentre scorrevamo la Senna e ammiravamo i monumenti parigini. In ogni posto c’era anche un regalo: un orologio della LP. Per il dolce, servito sulla terrazza del battello, abbiamo bevuto un rosé. La cena, invece, al Buddha bar. Un’atmosfera irresistibile. Le bottiglie di champagne non ci abbandonavano mai. Lo stesso è stato al Crazy Horse e nelle discoteche. Tutto fino a tarda notte. L’indomani era il giorno del ritorno alla realtà. Si ritornava a casa e dietro ci lasciavamo tre giorni da favola. Un esperienza che durerà per sempre, un metodo di fare marketing che fa capire quanto è importante una azienda di questo calibro: 9 milioni di bottiglie l’anno e fatturati altissimi. Lo champagne: ottimo”.

(testo raccolto da Salvo Ricco)