Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 68 del 03/07/2008

LA CURIOSITÀ/2 Buono come il… pane

02 Luglio 2008
pane68.hpjpg.jpg pane68.hpjpg.jpg

    LA CURIOSITÀ/2

pane68.hpjpg.jpgAumentano i costi, diminuiscono i consumi. E secondo Coldiretti, in Sicilia, è scoppiata la mania della macchine impastatrici per prodotti da forno. Ecco quale scegliere

Buono come il… pane

Non si vive di solo pane. Soprattutto da quando il prezzo è lievitato del 13 per cento in un anno. Un incremento che, secondo uno studio compiuto da Coldiretti siciliana, incide sul budget medio di ogni famiglia dagli 80 ai 120 euro mensili e che non accenna a diminuire nonostante, negli ultimi mesi, il prezzo del grano siciliano sia quasi dimezzato, passando da 50 a 28 centesimi al chilo.


Quali siano le conseguenze di questo aumento è presto detto: un calo del consumo che si attesta intorno al 5,5 per cento e un numero crescente di famiglie che si affida al fai da te.
Fare il pane in casa è senz’altro più economico e così i fan dell’alimento principe della nostra tavola, che evoca antiche ricette e rimanda a tradizioni che affondano le radici in tempi ancora più lontani, si sono attrezzati per produrlo in autonomia. Secondo la Coldiretti, infatti, con un chilo di farina di grano duro che al supermercato costa 1,50 euro, si ricava circa un chilo e tre di prodotto, che in una famiglia media può essere sufficiente per due giorni. L’ingrediente primario costa ancora meno se si acquista direttamente al mulino: un chilo può arrivare anche a 90 centesimi o 80 nel caso in cui le quantità acquistate aumentino.
Basta dunque mescolare insieme farina, lievito, acqua e sale e il pane è fatto. E a quanti non vogliono lavorare di gomito e cuocere il pane nel forno di casa, arriva in soccorso la macchina impastatrice, che mescola gli ingredienti, li fa lievitare e sforna il pane già cotto.
macchina_pane68.jpgNon a caso negli ultimi mesi si è registrato un lieve incremento nella vendita di questi piccoli robot da cucina, come confermano i rivenditori palermitani.
Una spesa che le famiglie ammortizzano sul medio tempo e che consente di preparare anche grandi quantità di pane dalle forme e sapori più svariati ad un prezzo contenuto. E non è un caso nemmeno il fatto che, proprio in questo periodo di vacche magre, nascano nuovi negozi specializzati nella vendita di farine di ogni genere. Con gli ingredienti base comprati in economia, un po’ di esperienza maturata sul campo e un pizzico di fantasia, si possono preparare in casa semplici panini, sfilatini, pagnotte, pane biologico o integrale, fino ad arrivare a preparazioni rese più saporite dall’aggiunta di olive, noci, pomodori secchi e tutto ciò che il gusto suggerisce.
Fare il pane in casa, poi, per molti è già diventata un’abitudine, tanto che proliferano in internet siti sull’argomento e blog nei quali scambiarsi dritte e consigli.
Come scegliere la macchina del pane giusta?
Per scegliere la macchina del pane giusta bisogna valutare le esigenze familiari. Ne esistono alcune che realizzano 750 grammi di prodotto, altre un chilo. Se la famiglia è poco numerosa, o se non si consumano grosse quantità di pane, meglio orientarsi su una macchina di piccole dimensioni. Quasi tutte le macchine del pane hanno diversi programmi che si differenziano fra loro per i tempi di impasto, lievitazione, cottura, per adattarsi meglio al tipo di ricetta da realizzare. Ci sono poi macchine dotate di un programma di solo impasto e lievitazione, comodo per preparare la pizza, ad esempio, o di sola cottura. Altre hanno anche un programma senza lievitazione per fare dolci o un programma per marmellate. Quasi tutte hanno un programma rapido, per i casi di emergenza. Un’altra funzione importante è quella che consente di programmare la cottura del pane per l’ora desiderata, per averlo sempre caldo e fragrante.
Quasi tutte le macchine permettono di variare il programma prescelto in base al peso del pane da produrre, in modo da poter realizzare pagnotte anche più piccole della capacità massima della macchina. Infine, quasi tutte hanno la possibilità di scegliere il grado di cottura della crosta che, in genere, comprende tre livelli di doratura: chiara, media e scura, a seconda delle preferenze.

Clara Minissale