Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 122 del 16/07/2009

IL DIBATTITO “La Doc Sicilia si farà ma da sola non basta”

16 Luglio 2009

IL DIBATTITO

Diego Planeta: “Ora che i contributi per la distillazione sono stati tagliati, un terzo della produzione scomparirà. Gravi certi ‘no’ alla denominazione unica”

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si farà ma da sola
non basta”

 Dire no alla Doc Sicilia sarebbe un errore grossolano. Diego Planeta, presidente di Assovini, ha deciso di non passare sopra ad alcuni “no” sulla denominazione unica. “Non si può affrontare questo discorso in modo così puerile. Intorno al mondo del vino, in Sicilia, vivono migliaia di famiglie, di imprenditori, di agricoltori. Per non parlare dell’indotto, a partire dall’incoming, dal flusso di turisti che muove il vino associato alla parola Sicilia”.

Parla di qualcuno in particolare?
“Di chi non spiega i motivi del proprio no. È grave. È esattamente come se mi chiedessero di parlare di industrie farmaceutiche e io decidessi di dire la mia: farei la figura dello stupido”.

Perché è così importante la Doc Sicilia?
“Con una Igt che porta il nome Sicilia già esistente, tutte le Doc o le Docg che nasceranno d’ora in avanti non potranno portare il nome dell’Isola. Va a finire che, tolte le due denominazioni importanti, Etna e Pantelleria, resta poco”.

L’obiettivo, dunque, è poter utilizzare la parola “Sicilia” in etichetta.
“L’obiettivo è valorizzare tutte le zone di estremo interesse, ma piccolissime. Crede che la Settesoli sia così scema da non usare la parola Doc (l’azienda rientra nella denominazione Menfi, ndr)? Lo farebbe se potesse associare Doc e Sicilia”.

Ma la Doc servirà anche ad intercettare i contributi in arrivo dall’Europa.
“La nuova Ocm ha tagliato tutti i contributi ad azioni come distillazione e stoccaggio. È stato cancellato tutto e ciò in Sicilia portava ogni anno alcune centinaia di milioni di euro. Tante somme saranno invece destinate alla promozione dei territori e non delle singole etichette o delle cantine. Da qui l’importanza di un consorzio forte. Il problema della Sicilia non è andare a fare convegni più o meno inutili. L’importante è fare promozione, aumentare la richiesta di ‘Sicilia’”.

Cosa pensa dell’idea di imbottigliare oltre i confini regionali?
“È un compromesso che abbiamo subìto in particolare noi di Assovini. Abbiamo dovuto fare un passo indietro, abbiamo dimostrato che pensiamo anche ai più deboli e non soltanto ai nostri interessi”.

Bisognerà stare attenti ai controlli.
“Per il mondo circolano prodotti Igt Sicilia imbottigliati chissà dove, venduti a prezzi bassi, praticamente senza controllo. Le verifiche saranno garantite dall’Istituto regionale della Vite e del Vino, un fatto estremamente positivo”.

La Doc Sicilia si farà?
“Questa storia della Doc l’ho messa in piedi io, perché è un mio pallino da vent’anni. Mi sono seduto innumerevoli volte con persone contrarie a questa iniziativa e nessuno mi ha convinto. La Doc Sicilia si fa ma da sola non cambia niente”.

Qual è il futuro del vino siciliano?
“C’è una bella parte della produzione siciliana che è destinata a sparire perché nulla ha fatto per migliorarsi. Ma ora che i contributi per la distillazione sono stati tagliati scompariranno. Un terzo della produzione andrà a carte 48”.

Marco Volpe