Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 123 del 23/07/2009

>> “No, si può. Ma solo nei ‘veri’ ristoranti”

23 Luglio 2009

“No, si può. Ma solo nei ‘veri’ ristoranti”

Trovare un ristorante aperto e mangiare anche bene dopo la mezzanotte? Per Gigi Mangia, ristoratore palermitano nonché presidente provinciale della Fipe, la Federazione italiana pubblici esercizi, è possibile. Ma attenzione: «Mi riferisco a “veri” ristoranti – sottolinea Mangia – e non certo a pub, wine bar, insomma i cosiddetti locali d’intrattenimento. Qui l’unica cosa che assume valore sono i rapporti sociali, ma non si può certo pretendere di gustare un buon piatto degno del suo nome».
Mangia lancia così una provocazione a «chi ottiene licenze senza essere provvisto di una cucina. Quando si parla di somministrazione di cibo – spiega – entra in gioco la salute di chi consuma. In realtà come queste è impensabile rintracciare la bontà di un piatto. Si tratta di pietanze già pronte e riscaldate più volte al forno a microonde». Niente a che vedere dunque con i ristoranti e le loro cucine «attive sino a quando il locale è aperto. Il mio ristorante, ad esempio, – garantisce Mangia – rimane aperto sino alle due di notte e sino a quell’ora garantiamo piatti cucinati al momento».
La scelta invece dei cosiddetti “happy hours” dipende spesso dalla voglia di incontrare gente spendendo poco. «E qui sta il problema, perché con cinque euro non puoi certo gustare nulla di sano e gustoso. Ma – aggiunge Mangia – la gente si accontenta, bisognerebbe dunque mirare ad una cultura del gusto partendo dalla formazione del personale». Una formazione che in realtà è già iniziata in Sicilia: «Si tratta di un progetto, finanziato con fondi regionali, – spiega Mangia -  a cui hanno aderito varie aziende dove viene formato il personale a 360 gradi, dal servizio alla conoscenza della lingua straniera».

Sandra Pizzurro